Crescono, in particolare nel Sud Italia, gli areali di produzione e i quantitativi disponibili di Melissa bio, la cultivar di fragola brevettata da Nova Siri Genetics (società con sede in provincia di Matera) perfettamente adatta alla coltura biologica poiché si presta a minori concimazioni.
Disponibile da febbraio a giugno, a produttività costante, rustica, dalla forma allungata, è caratterizzata da un livello zuccherino superiore ai 7 gradi brix. Melissa ha una shelf-life di 6-8 giorni, che le permette di raggiungere in buone condizioni i mercati europei, dalla Germania all’Austria, alla Danimarca, alla Francia.
In Calabria l’azienda agricola Acinapura ne ha messo a dimora quest’anno 250 mila piantine. In Campania la Montella Bio, dopo alcuni anni di sperimentazioni con risultati positivi, ha in produzione un milione e mezzo di piantine. Melissa negli ultimi 5 anni è stata implementata anche e forse soprattutto da Canova negli areali produttivi siciliani, grazie all’azienda agricola Frutti del Sole di Marsala, lucani, a Scanzano con Apofruit, e campani, con Coop Sole di Parete.
La sfida di Melissa, con il mercato europeo frenato dalle misure di sicurezza imposte dall’epidemia di Coronavirus, si gioca anche sul mercato interno. “Alcune settimane fa – dichiara il direttore di Coop Sole, Pietro Ciardiello – le fragole spagnole avevano invaso i nostri supermercati. Ora si sta assistendo ad un graduale ridimensionamento e all’arrivo delle prime produzioni italiane. Mi auguro che la GDO quest’anno punti ancora di più sul prodotto italiano. Le nostre produzioni ne hanno bisogno”.
La produzione di fragole del Sud dovrebbe entrare nel pieno, clima permettendo, tra una decina di giorni, forse un po’ oltre. Tra i problemi sul tappeto la penuria di madopera per la raccolta, causata dai timori per la epidemia in atto.
