Ci sono state numerose reazioni, spesso commosse, alla notizia della morte di Gino Girolomoni, che GreenPlanet ha annunciato lo scorso venerdì, 16 marzo.
Dal presidente di FederBio, Paolo Carnemolla, riceviamo:
‘Gino Girolomoni è stato un pioniere e uno degli animatori di quello che è poi diventato un settore economico importante, in anni ormai lontani di battaglie anche civili e culturali. La sua è del resto una storia comune a tanti, figli di un’epoca giovanile assai viva sul piano ideale e con una spinta a immaginare un futuro diverso, in contrapposizione con un modello di sviluppo dominante.
Come spesso accade a persone geniali e ai pionieri quando poi l’esito delle loro battaglie genera economia vera, legislazione e sistemi organizzati iniziano le contraddizioni e le difficoltà, non sempre si riesce a rimanere protagonisti di un intero movimento, diventato settore economico, e a essere l’esempio e la guida che si è stati quando la meta da raggiungere era lontana. Negli ultimi anni Gino ha di fatto rinunciato anche all’impegno associativo, il mio ultimo ricordo risale a presenze rare e di fatto mute nel Comitato consultivo nazionale bio presso il Ministero. Eppure un contributo di esperienza straordinaria e di idee originali messo a disposizione di tutti è proprio quello che ci è mancato di più in questi anni. E ancor più ci mancherà nel momento difficile che stiamo vivendo come settore, ora che nemmeno potremo più chiederglielo. Riposa in pace, ora che la battaglia per un futuro migliore tocca a altri’
Dobbiamo ricordare che Girolomoni era stato il fondatore della Cooperativa Alce Nero, uno dei precursori italiani del biologico. Nato nel ’46 a Isola del Piano, sulle colline di Urbino, Girolomoni è stato uno dei precursori italiani del biologico dedicando tutta la sua vita all’agricoltura.
A ventitré anni incontra, e se ne innamora, il monastero di Montebello, che acquista, indebitandosi, con l’obiettivo di ridare vita alla struttura e un nuovo impulso all’economia locale, ricostruendo strade, case, coltivando campi e producendo cibi con un metodo di coltivazione che non fa danni all’ambiente. Un progetto che parte nel ’71 e prosegue nel ‘77 con la nascita della Cooperativa Alce Nero, una delle prime esperienze agrobiologiche italiane, producendo e commercializzando una vasta gamma di alimenti biologici, pasta, farina, riso, legumi, cereali, cous cous, passata di pomodori, sughi, creme di frutta, olio extravergine di oliva e caffè.