Alluvione in Toscana: danni ingenti, l’agricoltura in crisi e la questione del consumo del suolo

Alluvione Toscana

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L’alluvione che ha colpito la Toscana nei giorni scorsi ha lasciato dietro di sé devastazione e una stima preliminare dei danni che ammonta a oltre mezzo miliardo di euro. Il governatore Eugenio Giani, nominato dal governo commissario straordinario per l’emergenza, ha dichiarato questa cifra allarmante, rendendo evidente la portata della tragedia che ha causato almeno sette morti.

L’emergenza non si limita alle perdite umane e materiali, ma si estende anche al settore agricolo. In particolare, la raccolta delle olive e le semine autunnali hanno subito pesanti danni. Nella zona della Docg Carmignano, l’esondazione del fiume Furba ha provocato danni considerevoli, penetrando persino nelle cantine e cancellando interi filari di vigneti. La catastrofe ha inflitto un colpo duro anche ai vivai nel pistoiese, noti in tutto il mondo per la loro eccellenza, con campi e serre sommersi da un metro e mezzo d’acqua.

Le associazioni di categoria stanno lanciando appelli affinché vengano documentati e segnalati tutti i danni a tutti i livelli, nell’intento di ottenere il riconoscimento dello stato di calamità e dei conseguenti indennizzi. Nel frattempo, emerge la preoccupante questione del consumo del suolo, che potrebbe aver contribuito alla gravità dell’alluvione.

Nelle tre province più colpite dall’alluvione, ovvero Firenze, Prato e Pistoia, si stima che nel solo 2021 siano stati edificati oltre 35.600 ettari di terreno, come riporta l’ultimo report dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). Questi dati stanno spingendo a riconsiderare le regole di pianificazione territoriale.

La situazione mette in luce l’importanza di una gestione sostenibile del territorio e della tutela dell’ambiente. Il disastro in Toscana richiama l’attenzione sulle conseguenze del cambiamento climatico e la necessità di un’azione concertata per mitigare i rischi di eventi meteorologici estremi. Mentre la Regione fa i conti con la devastazione e si sforza di riprendersi, resta evidente che la prevenzione e la pianificazione territoriale sono strumenti chiave per affrontare le sfide ambientali e climatiche del futuro.

In questo senso, il ministro l’Ambiente e la Sicurezza Energetica Gilberto Fratin dal palco di Ecomondo 23 a Rimini ha dichiarato che quella del consumo del suolo “è un’emergenza ma può essere anche un’opportunità” per il nostro Paese. Ecco perché “il governo ha intenzione di presentare, con i tempi dovuti, una legge quadro” per regolamentarlo, ha detto il Ministro. “Noi affronteremo la questione, abbiamo intenzione come governo di presentare con i tempi dovuti una legge quadro – ha spiegato -, perché queste competenze sono poi ripartite a livello regionale e comunale”. Quello del consumo del suolo è “un tema importante” che necessità però di una “valutazione rilevante“. Infatti “abbiamo molti dei fabbricati in questo Paese costruiti negli anni 50-60 con il cemento armato che, a differenza delle pietre utilizzate dai romani o il mattone utilizzato dai romani, ha una durata di vita a scadenza e come tale questi fabbricati vanno rifatti. Ecco perché questo se vogliamo è un’emergenza ma anche un’opportunità che va legata a una legge sul consumo del suolo“.

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