‘La banca dati del mondo agricolo, che decide della gestione di fondi ingenti, deve essere gestita con correttezza e trasparenza: oggi non è così e questo danneggia tutti gli agricoltori, soprattutto quelli che fanno della battaglia della legalità la loro bandiera, come il mondo del biologico. Sulla vicenda chiediamo al ministro Martina di invertire la rotta rispetto alla precedente gestione del Ministero dell’Agricoltura’.
E’ quanto afferma Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) commentando le vicende riguardanti il SIAN, il sistema informativo con cui vengono distribuiti 7 miliardi di euro di fondi della PAC, che hanno fatto emergere un meccanismo di assegnazione opaca di nomine e di fondi pubblici. L’AIAB esprime forti preoccupazioni e si augura che il nuovo governo porti luce e chiarezza.
Da anni, il sistema, in mano alla società SIAN, partecipata da AGEA e da un gruppo di imprese, presenta problemi e zone d’ombra. Eppure SIN ha recentemente ottenuto un ulteriore rinnovo da parte dell’ex ministro De Girolamo per gestire il servizio fino al 2016. Con contratti da capogiro per i vertici e competenze non adeguate.
‘Ci auguriamo – denuncia Vincenzo Vizioli – che la Procura e il neo ministro Martina, facciano al più presto luce sugli aspetti che rendono molto opaco il profilo del SIAN, la banca dati più grande e complessa del comparto agricolo e forestale. Ci auguriamo allo stesso modo che anche le Regioni prendano una posizione in merito. L’agricoltura italiana non può permettersi che un ente così importante rimanga invischiato in meccanismi di malagestione che compromettono seriamente tutto il comparto agricolo e forestale del nostro Paese’.
(fonte: Bioagricoltura Notizie)