Nel 2012 hanno superato la considerevole cifra di 20.500 le aziende agricole italiane autorizzate a svolgere attività di agriturismo. Il loro numero aumenta ad un ritmo tra il 2 e il 2,5 per cento all’anno. Evidentemente, questa integrazione all’attività agricola è considerata un buon affare per chi è in grado di offrire tipicità e natura. L’agriturismo è particolarmente interessante proprio per le aziende agricole biologiche e bio-dinamiche, anche se il loro numero in Italia è ancora piuttosto ridotto. Quanti sono i bio-agriturismi veri, certificati, in grado di offrire un rapporto autentico con la natura e la lavorazione ecologica della terra? Tra i mille e i 1.500 a dire tanto. Quello che è certo è che sono in forte aumento.
Solo qualche hanno fa ne sono stati registrati da Biobank 686, nella guida 2012 il loro numero è salito a 1.349. Nella rete AIAB quelli certificati sono solo poco più di 130. La loro distribuzione geografica è molto irregolare. La regione più attrezzata è la Toscana. Soluzioni tra le più affascinanti si trovano anche in Alto Adige.
Si calcola siano stati 420 mila i vacanzieri che hanno scelto un agriturismo per trascorrere le festività di fine anno con un aumento stimato pari al 4 per cento rispetto a 12 mesi prima. Le preferenze si sono divise tra montagna e località vicine alle città d’arte, con attenzione per luoghi con spiccate tradizioni eno-gastronomiche.
Rientrano per legge fra le attività agrituristiche: dare ospitalità in alloggi o anche in spazi aperti destinati alla sosta di campeggiatori; somministrare pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole della zona, ivi compresi i prodotti a carattere alcoolico e superalcolico, con preferenza per i prodotti tipici e caratterizzati dai marchi DOP, IGP, DOC e DOCG o compresi nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali; organizzare degustazioni di prodotti aziendali, ivi inclusa la mescita di vini; organizzare, anche all’esterno dei beni fondiari nella disponibilità dell’impresa, attività ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva, nonché escursionistiche (trekking, mountain bike, turismo a cavallo) anche per mezzo di convenzioni con gli enti locali, finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale. L’attività agrituristica può essere realizzata esclusivamente in edifici rurali preesistenti nelle aziende agricole e non più utili alla conduzione del fondo. Sono previsti aiuti finanziari regionali nel quadro dei Piani di Sviluppo Rurale sostenuti dall’Unione Europea.
Dapprima concentrata in piccole aziende agricole nelle zone collinari e montane, l’attività agrituristica interessa oggi anche grandi aziende, pure di pianura, dando un prezioso sostegno ai redditi agricoli e contribuendo alla conservazione del paesaggio attraverso il recupero degli edifici rurali abbandonati, al consolidamento dell’occupazione in agricoltura, e alla valorizzazione dei prodotti tipici del territorio. L’agriturismo ha inoltre dato impulso allo sviluppo di altre forme di turismo rurale (piccoli alberghi di charme, bed and breakfast, case vacanze) che richiamano clienti ugualmente interessati al mondo agricolo, ma la cui attività è svincolata dalla concreta attività lavorativa nei campi.
Un agriturismo biologico è quello che ha scelto di operare, per se e per i propri ospiti, nel rispetto e nella tutela dell’ambiente convertendo le proprie produzioni al metodo dell’agricoltura biologica e, quindi, eliminando qualsiasi impiego di prodotti chimici di sintesi nella difesa delle colture o nelle fertilizzazioni. Difendere la Biodiversità, attuare un’attenta selezione dei servizi, promuovere e garantire cibi e ristorazione basata su ingredienti totalmente biologici è la miglior sintesi tra ambiente naturale ed ambiente umano. Negli ultimi anni ha iniziato a maturare una tendenza al recupero del territorio rurale secondo una logica per la quale la protezione dell´ambiente e la conservazione dello spazio naturale, unitamente alla loro valorizzazione, sono capaci di generare sviluppo. A questo risultato ha sicuramente contribuito anche l’evoluzione della domanda turistica, nella quale ha iniziato ad evidenziarsi una richiesta di qualità ecologica nelle destinazioni, che ha determinato una crescita di interesse per le zone rurali.
Quando si sceglie un agriturismo, attenzione ai marchi. Presto ci sarà un marchio nazionale unico, recentemente approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, che prevede una classificazione degli agriturismi in 5 diverse categorie. Gli agriturismi migliori potranno vantare, sotto al marchio comune di ‘Agriturismo Italia’, 5 simboli a forma di fiore aperto, quelli con parametri inferiori esporranno uno, due, tre o quattro fiori. Questi simboli devono essere esposti all’esterno delle strutture, ben visibili al visitatore. Esistono già dei loghi regionali e associativi. Gli agriturismi aderenti ad AIAB, per esempio, espongono da una a cinque margherite e accettano di essere sottoposti a periodici controlli per la verifica dei loro standard qualitativi.
Non c’è dubbio che questo settore è aperto a un futuro positivo nella prospettiva di una svolta green nel nostro Paese.