Agricoltura biodinamica: partono i corsi

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La crescita del biologico non si arresta: il settore nel 2017 vale 5,3 miliardi di euro (+9% rispetto al 2016) con un export di quasi 2 miliardi. In netta controtendenza rispetto all’agricoltura convenzionale e all’industria in generale, in piena crisi economica è cresciuto del 218% dal 2008 ad oggi. È un settore che cresce non solo nello specializzato, ma in tutti i canali della distribuzione moderna, tutte le insegne della GDO investono e inseriscono prodotti bio a marchio nel loro assortimento. E i terreni coltivati a bio arrivano a quasi il 15% della superficie agricola italiana.

‘Abbiamo di fronte uno scenario importante e positivo’, spiega Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. ‘Proprio per questo chi coltiva il biologico ha da sempre un dovere e una responsabilità maggiori per mantenere alta la qualità di questo settore di eccellenza dell’agricoltura italiana. Per noi che facciamo biodinamica il rigore e la serietà sono al primo posto e, come siamo stati la prima forma di agricoltura a imporre un disciplinare scrupoloso, così oggi crediamo che sia arrivato il momento di alzare l’asticella dell’eccellenza’.

Da questo presupposto l’Associazione Biodinamica lancia un nuovo ciclo di corsi di formazione per agricoltori che dal 15 marzo prenderanno il via presso l’Azienda Agricola Cascine Orsine di Pavia e presso l’azienda biodinamica La Collina a Reggio Emilia. Si tratta di corsi molto applicativi, da agricoltore a agricoltore, dove i più esperti aiutano i neofiti della biodinamica a produrre in maniera naturale cibi di alta qualità.

‘Le aziende che vogliono il marchio di certificazione’, prosegue Triarico, ‘devono garantire le conoscenze sui metodi di coltivazione e sul rispetto delle regole, e l’Associazione biodinamica ha il compito di preparare e verificare tutto questo. L’obiettivo è creare delle garanzie di serietà per tutte le aziende che entrano nel sistema. Il corso sarà molto frequentato soprattutto da giovani che vogliono cominciare a lavorare in campo agricolo e anche da tanti imprenditori che hanno bisogno di cambiare modello produttivo. L’Associazione poi li potrà seguire per tutte le loro esigenze, assieme ai suoi agricoltori, alle sezioni regionali e ai suoi tecnici’. 

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