Demeter verso nuovi standard: “Coltivare bene non basta, serve includere”

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Il ricambio generazionale è una delle priorità del nuovo consiglio di amministrazione di Demeter, ma non è l’unico. Oltre ai giovani agricoltori, l’associazione parlerà anche ai giovani consumatori. “Vogliamo parlare a entrambi i gruppi con la stessa priorità – ha sottolineato Marco Paravicini, dal mese di maggio vicepresidente Demeter Italia e titolare dell’azienda Cascine Orsine – perché le aziende vivono grazie ai consumatori. È importante che il lavoro fatto venga comunicato e purtroppo spesso i consumatori italiani ignorano l’importanza del lavoro che stiamo facendo. Il modo più efficace per comunicare è aprire le aziende: chi tocca con mano il lavoro fatto è più facile che ricolleghi il logo Demeter che vede sugli scaffali con l’eccellenza delle aziende che ha incontrato”.

In effetti, il marchio Demeter è molto più conosciuto all’estero che in Italia. “L’Italia – ha spiegato il direttore di Demeter Italia Giovanni Buccheri – ha un ruolo rilevante a livello internazionale. È forse la nazione che esporta la maggior parte dei prodotti biodinamici, almeno in Europa. In Italia invece il mercato è quasi inesistente. La fortuna dei nostri agricoltori certificati Demeter è che il prodotto biodinamico italiano è molto richiesto. Copriamo numerose filiere, soprattutto olio, frutta, verdura, pasta e cereali. Stiamo cercando di implementare quelle legate alla produzione animale, come la carne e le uova che a oggi sono meno sviluppate”.

L’export rappresenta una percentuale altissima della produzione certificata: una media del 77% per l’olio EVO, dell’87% per orticole, mele, uva da tavola e trasformati, e fino al 98% per alcune lavorazioni a base di frutta. Il vino biodinamico raggiunge il 68%, con un importante 30% destinato al mercato nazionale. 

“Essere Made in Italy – ha precisato Buccheri – rappresenta un valore aggiunto: il consumatore estero, soprattutto quello tedesco, è disposto a spendere di più per un prodotto biodinamico italiano. Ora la sfida è di sviluppare il mercato italiano, facendo conoscere il marchio Demeter e la qualità che garantisce. Oggi si trova solo nei negozi bio specializzati, oltre che nei negozi delle nostre aziende certificati. Sarebbe bello entrare nella grande distribuzione, ma ha logiche molto diverse da quelle dell’agricoltura biodinamica. Stiamo cercando di dare la possibilità ai prodotti certificati di entrare nei mercati contadini o rionali per avere un contatto più diretto con il consumatore. Questo già avviene in alcune città, come Bolzano”.

Accanto al sostegno della crescita del mercato interno, il nuovo direttivo punterà sull’ulteriore miglioramento dello standard. “La sostenibilità ambientale è sempre stata uno dei nostri punti di forza – ha spiegato Paravicini – ma ora vogliano anche puntare, insieme alla Federazione internazionale, sugli aspetti sociali. Non basta più coltivare a ciclo chiusa e portando fertilità al terreno e benessere, bisogna garantire anche l’attenzione alla qualità della vita di chi lavora in azienda, l’inclusione delle fasce più deboli… Vorremmo lavorare in questi anni per adattare gli standard in modo che vengono inclusi questi aspetti, in cui già le aziende biodinamiche eccellono, ma che ancora non sono codificati”.

Elena Consonni 

Notizie da GreenPlanet

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