Accredia è l’ente unico nazionale designato dal governo italiano per accreditare gli organismi di certificazione, compresi quelli per il biologico, che in Italia sono diciannove. In collaborazione con altri organismi competenti e ispettorati (NAS e ASL) contribuisce all’efficacia dei controlli necessari a garantire trasparenza e autenticità al settore biologico. Frutto della costituzione di questo organismo il Regolamento 765 del 2008 con il quale la Commissione europea ha definito l’istituzione degli enti di accreditamento. Negli ultimi cinque anni Accredia ha comminato due sospensioni dell’accreditamento, di cui una nel settore del biologico.
L’attività è in parte programmata e in parte realizzata “a sorpresa” ed è sempre svolta in parallelo con le autorità competenti presso MIPAAF (attraverso l’ICQRF, l’Istituto centrale repressione frodi) e il ministero della Salute (attraverso i NAS e le ASL).
L’accreditamento degli organismi certificatori
A prevedere l’accreditamento degli organismi certificatori è il Regolamento 208/848 sulla base della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17065; il MIPAAF ne ha recepito i requisiti dando specifiche prescrizioni attraverso l’emanazione di una serie di decreti ministeriali. Maria Grazia Lanzanova (nella foto di apertura), che dell’ente nazionale è vicedirettrice del dipartimento Certificazione e ispezione, coordina l’area tecnica dell’Ente nella gestione dell’iter di accreditamento degli Organismi operanti nel settore agroalimentare degli organismi di certificazione. Mentre ricostruisce l’iter necessario per l’accreditamento, sottolinea che si tratta di “un prerequisito per poter essere poi autorizzati dal ministero delle Politiche agricole ad operare nel settore biologico”. “Accredia verifica che l’organismo abbia recepito i requisiti previsti dalla normativa e che abbia le competenze nelle proprie attività di certificazione attraverso una serie di controlli documentali presso le sedi degli organismi e attraverso verifiche in affiancamento del personale ispettivo durante le verifiche di certificazione presso le aziende”. Ciò che va esaminato innanzi è se la struttura organizzativa dell’organismo rispetta i requisiti di imparzialità e indipendenza, ovvero va accertato che ad esempio il personale competente che effettua attività di valutazione non sia lo stesso che delibera la certificazione. Il ciclo di accreditamento dura quattro anni. “Sono previste tre sorveglianze all’anno e una verifica di rinnovo – spiega la vicedirettrice di Accredia – Queste sorveglianze annuali prevedono controlli effettuati da due ispettori per un periodo di almeno tre giorni, presso le sedi dell’organismo, e altre giornate dedicate all’affiancamento degli ispettori dell’organismo presso gli operatori”, riferisce. Questo sia in Italia che all’estero, dato che Accredia è firmataria di accordi di mutuo riconoscimento a livello europeo internazionale.
Terminate le verifiche ispettive il dossier viene presentato al Comitato settoriale di accreditamento, “che anche per noi è un organo terzo costituito da esperti tecnici in materie agroalimentari”, spiega ancora la vicedirettrice dell’ente. Dopodiché la delibera viene presentata al ministero, che provvede ad autorizzare l’organismo: ciò significa che “da quel momento in poi l’organismo potrà operare”.
Attività di sorveglianza sugli organismi accreditati
Intanto, il ministero, realizza una sua attività di verifica, che procede su binari paralleli. Ma “sempre in grande sinergia con Accredia”, precisa Lanzanova, che aggiunge: “Ovviamente noi comunichiamo al MIPAAF anche eventuali provvedimenti sanzionatori o di sospensione dell’accreditamento”. Segnalazioni eventuali che potrebbero compromettere l’affidabilità delle certificazioni rilasciate dagli organismi di certificazione possono arrivare anche dal mercato così come dal ministero stesso. Ma Accredia, comunque, mette in campo anche un’attività di sorveglianza non programmata su questi organismi: “Possiamo fare delle verifiche straordinarie sia in sede all’organismo sia presso degli operatori delle aziende o addirittura delle verifiche non annunciate”, sottolinea Lanzanova. Queste attività vengono sempre sottoposte al Comitato settoriale di accreditamento agroalimentare che, in presenza di gravi criticità, può deliberare dei provvedimenti sanzionatori o addirittura revocare completamente l’accreditamento.
La vicedirettrice di Accredia insiste molto sull’importanza della “forte sinergia con i vari organismi di controllo”, molto utile anche in occasione dell’entrata in vigore del nuovo regolamento UE 848 del 2018: sono state emesse circolari tecniche condivise col ministero, con le Regioni e con tutte le parti interessate con l’obiettivo di fornire delle indicazioni sempre più precise circa l’applicazione dei requisiti di certificazione”, fa sapere Lanzanova. E aggiunge: “Abbiamo anche elaborato un documento tecnico di concerto sia con gli organismi di controllo alla presenza del ministero e delle Regioni, così come di tutte le organizzazioni imprenditoriali operanti nel settore dell’agricoltura – da Coldiretti a Confagricoltura – affinché gli organismi effettuino un’analisi dei rischi puntuale tenendo conto delle modalità di controllo fissate dal Regolamento 848”.
La certificazione per i prodotti di Paesi extra UE
Il regolamento del biologico prevede che gli organismi possano certificare anche in Paesi extra europei. “Innanzi tutto occorre segnalare che abbiamo organismi di certificazione accreditati per operare sia nel territorio nazionale che in quello extra europeo – puntualizza Lanzanova – Noi stessi, poi, effettuiamo verifiche sia in Italia che all’estero con il supporto di esperti locali”. “Ci tengo però a ribadire che Accredia si limita a verificare i requisiti di accreditamento – aggiunge la vicedirettrice dell’ente- : gli ulteriori controlli vengono poi effettuati dalle diverse autorità competenti, tra cui gli stessi NAS e le agenzie delle dogane”.
Sul sito del ministero è riportato il link ad un database ufficiale che contiene tutti i riferimenti necessari a organizzazioni e prodotti, che Accredia utilizza abitualmente: è il portale SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) è infine possibile visionare i certificati di tutte le aziende certificate per il biologico. Tutti questi strumenti, insieme alle varie procedure, sono quindi elementi essenziali per poter avere un livello di controllo molto elevato.
Chiara Affronte