Agroinnova, Centro di Competenza per l’Innovazione in campo agro-ambientale dell’Università di Torino, nelle serre di Grugliasco, nell’hinterland torinese, sta sperimentando soluzioni naturali per l’agricoltura allo scopo di evitare il sovra-utilizzo degli agrofarmaci. ‘Si è vissuta la stessa cosa degli antibiotici per gli umani. Sono utilissimi, ma se ne sono usati troppi. Lo stesso è avvenuto con gli agrofarmaci’ afferma Angelo Garibaldi, il presidente del Centro, fitopatologo da 60 anni.
La soluzione? In primo luogo prodotti naturali, come fosfiti, silicati, il bicarbonato di sodio, sale di calcio. Se somministrati nelle giuste quantità alle piante riducono le incidenze delle malattie, senza interferire con l’ambiente. Entrando nelle serre del Centro – riferisce La Stampa nella sua sezione Tuttogreen – ciò salta agli occhi. Succede un po’ come i vaccini. Le piante aumentano la loro resistenza e sono meno sensibili. Un meccanismo naturale che agisce sulle difese: le piante che hanno ricevuto queste applicazioni non sono state colpite e sono verdi e rigogliose.
Ma altrettanto affascinante è un’altra sperimentazione. Si lavora con olii, come quello di timo, di basilico o di santoreggia, che inibiscono gli sviluppi dei parassiti. Si può letteralmente ‘massaggiare’ il seme oppure il fogliame, ma, addirittura, anche il prodotto una volta raccolto. Capita, ad esempio, con pesche o pere, affinché si conservino integralmente. Anche in questo caso, in maniera naturale, si mettono k.o. i parassiti.
Il Centro, che si è aperto durante la Giornata Mondiale dell’Ambiente proprio per mostrare le sue ricerche, e che dalla sua nascita dà vita a numerosi incontri scientifici tra Piemonte e Liguria, è sostenuto principalmente da fondi pubblici. Vi lavorano 30 ricercatori, oltre ai tecnici, impegnati a collaborare e diffondere tecnologia e innovazione anche fuori dall’Italia, e di concerto con il Ministero dell’Ambiente e numerose aziende italiane. Vari i progetti in Cina, Marocco, Kenya ed Egitto.
Al vaglio anche altri studi. Per ripulire terreni pieni d’accumuli di parassiti, ad esempio, si sta studiando un metodo biologico. Si mantiene per un certo tempo il terreno, che viene addizionato di sostanze organiche, in assenza di ossigeno: un modo per ripulirlo. Sempre a Grugliasco, si studiano poi cultivar e varietà di piante più resistenti ai parassiti e si testa un sistema basato sulla deumidificazione che arriva da Israele: è il velo d’acqua sulle foglie a permettere, spesso, la diffusione di parassiti. Togliendo umidità, si limitano gli attacchi. ‘Agiamo per e insieme agli agricoltori. È finito il mito di gente sprovveduta che fa questo mestiere: oggi gli agricoltori italiani sono attenti, si rivolgono a noi e c’è un dialogo continuo’.
(fonte: La Stampa – Tuttogreen)