A Milano giovedì il lancio di Veg Hip Fashion

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Sperimentalismo e ricerca di una nuova dimensione di qualità che include anche valori etici sono le caratteristiche delle marche e delle collezioni che fanno parte del progetto Veg Hip Fashion La Moda Cruelty Free: un progetto che promuove e supporta stilisti e artigiani che, unitamente a quello per l’ambiente e le persone, hanno fatto del rispetto degli animali la propria filosofia, proponendo capi di abbigliamento ed accessori la cui realizzazione non ha comportato la loro uccisione o sofferenza.

Veg Hip Fashion La Moda Cruelty Free è un progetto pionieristico all’insegna della creatività, dell’innovazione, dell’attenzione ai materiali, con il quale si vuole andare oltre la concezione di moda tradizionale e contribuire a rafforzare la moda critica aggiungendo una nuova dimensione, quella del Cruelty-Free per rispondere ad una sempre più crescente sensibilità da parte delle persone nei confronti di tematiche legate all’ambiente e al rispetto di tutti gli esseri viventi.

Il lancio della Veg Hip Fashion sarà a Milano da Zori in Via Crema 8 giovedì 1 dicembre a partire dalle 17,30. Zori più che un negozio è un ‘concept store’ innovativo che nasce dalla passione e dall’amore di Andrea Zavaglia e di sua moglie Lisa per gli accessori, in particolare per le scarpe.

Andrea, manager professionale e creativo, e Lisa, appassionata disegnatrice di scarpe per famosi brand internazionali, hanno fatto di Zori un negozio unico a Milano per creatività, originalità e stile delle proposte non solo made in Italy ma anche di respiro internazionale. Le collezioni da loro accuratamente selezionate sono perfettamente in linea con la filosofia di questa splendida giovane coppia: innovare, differenziare e fare la differenza. In quest’ottica e grazie alla crescente sensibilità di Andrea e Lisa per ciò che è etico e sostenibile, la decisione di ospitare a Milano il lancio della Veg Hip Fashion La Moda Cruelty Free presentando tre brand: Beyond Skin, scarpe glam 100% leather free, Ecoist borse fashion realizzate esclusivamente con materiali di “scarto” e secondo i principi del fair trade e Uroboro, gioielli di design “chic recycling” fatti recuperando le camere d’aria.

Entriamo più nello specifico dei primi due brand.

Beyond Skin è una marca creata dalla designer Natalie Dean, e dalla stilista Heather Whittle che hanno fatto del rispetto per l’ambiente, per le persone e per gli animali il punto di forza della loro produzione. Le scarpe Beyond Skin sono completamente realizzate senza pelle: poliuretano, microfibra e poliestere imitano e sostituiscono perfettamente i vari tipi di pellame normalmente utilizzati per le calzature. La microfibra e il poliestere sono fabbricate nel rispetto delle leggi europee relative all’emissione di Co². In particolare la microfibra deriva da Pet riciclato al 100%: la sua fabbricazione implica un tasso di inquinamento decisamente basso, consuma poca energia e non impiega alcuna sostanza tossica o inquinante. Le collezioni Beyond Skin sono curate nei minimi dettagli, con molta attenzione per la qualità e il design. Beyond Skin si rivolge a tutte le donne che amano indossare accessori ecologici hip e glam.

E veniamo al secondo brand. Nata nel 2004, Ecoist è un’azienda a conduzione familiare che produce ed esporta nel mondo borse e accessori moda realizzati esclusivamente con materiali di scarto e di riciclo. Colorati, originali e divertenti gli accessori sono realizzati uno a uno e riciclando carte di dolci, caramelle, riviste, giornali, codici a barre e confezioni di marchi famosi che danno il nome alle rispettive collezioni. I partner di Ecoist che forniscono gli scarti che diventeranno poi oggetti di culto sono, tra i tanti, Coca Cola, Mars, Disney e Aveda. In pochi anni Ecoist ha recuperato più di 50 milioni di involucri destinati al macero. Inoltre Ecoist, grazie alla partnership con Trees for the Future, pianta un albero per ogni borsa venduta: grazie a questo progetto sono stati piantati più di 100,000 alberi tra Haiti, India e Ugana. Nel 2009 inoltre, Ecoist ha fondato ‘EcoDiseño’ ad Ancon, una zona depressa del Perù: 40 donne artigiane e operaie sono assunte regolarmente e remunerate in modo equo.

 

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