A confronto i colossi dell’elettronica

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Ogni anno centinaia di migliaia di vecchi computer e cellulari vengono smaltiti nelle discariche o negli inceneritori. Migliaia di rifiuti elettronici prodotti in Europa, Stati Uniti, Giappone vengono anche esportati, spesso illegalmente, in Asia e Africa. In questi paesi i lavoratori, anche giovanissimi, toccano a mani nude i rifiuti, esponendosi a un cocktail di composti tossici e veleni.

L’attuale tasso di crescita degli scarti tecnologici creerà una crisi di grandi proporzioni a meno che i produttori non si impegnino in maniera adeguata. La produzione di prodotti privi di sostanze pericolose, durevoli, in grado di essere migliorati, riciclati o smaltiti in correttezza è possibile. E consentirebbe un fine vita dei prodotti di consumo senza pericoli per nessuno. Neanche per i più poveri.

Da anni, Greenpeace fa pressione sulle aziende hi-tech per rendere le loro produzioni più sostenibili grazie alla pubblicazione periodica dell’Eco-guida ai prodotti elettronici verdi. Greenpeace è riuscita a tenere alta la pressione verso questo comparto industriale anche grazie alla denuncia di casi di esportazione illegale di rifiuti tecnologici verso i Paesi in Via di Sviluppo.

Pubblichiamo la diciottesima edizione dell’eco-guida ai prodotti elettronici. Buone le prestazioni di Wipro, HP e Nokia. Peggiorano Dell e Apple che si classificano rispettivamente al quinto e sesto posto, mentre per l’ultimo in classifica nessuna novità: è sempre Blackberry RIM. Sedici le aziende in classifica, valutate su tre criteri ambientali: consumi energetici, sostenibilità ambientale dei prodotti e sostenibilità delle politiche aziendali.

1. WIPRO 7,1/10

Questa azienda di elettronica che ha già partecipato all’edizione indiana della Guida, fa il suo debutto nella versione internazionale dell’Eco-guida di Greenpeace con 7,1 punti. Sui tre criteri, Wipro mostra una leadership nella riduzione delle emissioni dei gas serra. Tutti i prodotti nuovi dell’azienda sono conformi o superano gli standard energetici Energy Star. Wipro deve però fornire informazioni aggiornate sull’uso di plastica riciclata specificando in quali prodotti viene utilizzata e non ha ancora adottato una politica sostenibile degli acquisti della carta.

2. HP 5,7/10

HP è ancora nella fascia alta della classifica, ma ha perso il primo posto che aveva nella scorsa edizione dell’Ecoguida, per l’uso di sostanze tossiche e gli standard energetici non pienamente soddisfacenti.

3. Nokia 5,4/10

Nokia, dopo 3 anni al primo posto, passa in terza posizione in questa edizione della Ecoguida anche a causa del mancato raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dei gas serra. Dispone, tuttavia, di un ampio programma di ritiro volontario dei prodotti usati, ma deve migliorare il suo programma di gestione delle sostanze chimiche.

4. Acer 5,1/10

Acer si sposta verso l’alto della classifica al 4 ° posto grazie a un ambizioso obiettivo di riduzione dei consumi energetici e per la pressione che l’azienda sta facendo per ottenere una maggiore restrizione dell’uso di composti organoalogenati.

5. Dell 4,6/10

Dell scende al 5 ° posto, con 4,6 punti. Mentre per le politiche aziendali Dell riceve un buon punteggio su tutti i criteri, compreso il controllo dei fornitori, la valutazione della sostenibilità ambientale dei suoi prodotti non è soddisfacente. Dell aveva precedentemente rinviato dal 2010 al 2011 l’impegno a eliminare il cloruro di polivinile (PVC) dai suoi prodotti plastici e i ritardanti di fiamma bromurati (BFR). Ad oggi Dell non ha ancora rimosso queste sostanze chimiche da tutti i suoi prodotti, come promesso, e non ha ancora comunicato una data di ritiro per le sostanze pericolose.

6. Apple 4,5/10

Apple scende in sesta posizione, con un punteggio di 4,5 punti, assestandosi su una posizione intermedia. Perde punti per la mancanza di trasparenza sulla comunicazione delle emissioni di gas serra, per il ridotto utilizzo di energia da fonti rinnovabili e per le mancate informazioni sulla gestione delle sostanze chimiche tossiche. Buoni i dettagli sul sistema di ritiro post-consumo e sull’uso di plastica riciclata.

7. Samsung 4,2/10

Samsung si attesta in settima posizione, con 4,2 punti. Samsung è vicino a raggiungere l’obiettivo di eliminare alcune delle sostanze più pericolose dai propri prodotti. Anche se sono stati compiuti progressi, questo impegno copre solo alcuni gruppi di prodotti: televisori ed elettrodomestici ne sono esclusi.

8. Sony 4,1/10

Sony sale fino alla 8ª posizione con 4,1 punti. Sony è stata un capoclassifica nella Ecoguida dello scorso anno, ma ha perso punti importanti per il mancato prosieguo della sua politica energetica mirata a individuare un obiettivo più ambizioso di riduzione dei gas a effetto serra.

9. Lenovo 3,9/10

Lenovo scende al 9 ° posto in questa edizione della ecoguida. Lenovo ha fatto progressi sulla riduzione di prodotti plastici privi di cloruro di polivinile (PVC) e ritardanti di fiamma bromurati (BFR) rispetto all’ultima guida, ma non ha raggiunto il suo obiettivo più ampio di eliminare queste sostanze chimiche da tutti i suoi prodotti entro la fine del 2011.

10. Philips 3,8/10

Philips scende al 10 ° posto nella Guida di Greenpeace con 3,8 punti. Buono il punteggio per i suoi obiettivi a breve termine di aumentare l’efficienza energetica del 25% e di incrementare l’uso delle energie rinnovabili, ma sono necessari obiettivi più ambiziosi a lungo termine, oltre il 2012. È richiesto un miglioramento delle restrizioni di sostanze pericolose, mentre il programma di ritiro e riciclaggio dei suoi prodotti deve espandersi oltre la fase di progetto pilota.

11. Panasonic 3,6/10

Panasonic scende ancora posizionandosi all’11 °posto in questa edizione della Guida. I punteggi più bassi sono dovuti ai consumi energetici. L’azienda non riesce a fornire un piano globale di riduzione dei gas ad effetto serra. Riceve punteggi leggermente sopra la media per l’ecosostenibilità dei suoi prodotti, fornendo informazioni sui pezzi di ricambio.

12. LGE 3,5/10

LGE con i suoi 3,5 punti risale fino al 12 ° posto. LGE riceve punteggi più alti per una forte politica di principio precauzionale sull’uso di sostanze tossiche ma pecca per il ridotto numero e la mancata comunicazione dei suoi prodotti liberi sostanze tossiche.

13. HCL Infosystems 3,1/10

HCL Infosystems (HCL) è incluso nella versione globale della Ecoguida per la prima volta (è stata in precedenza inserita nelle edizioni indiane). Con un punteggio di 3,1, HCL condivide la stessa posizione di Sharp. È da evidenziare il suo impegno a ridurre le proprie emissioni di gas serra del 20% entro il 2014, ma il programma energetico nel complesso manca di chiarezza. Anche se un discreto numero di suoi prodotti riceve una valutazione per gli standard energetici superiore alla media, mancano informazioni riguardo l’uso di parti di ricambio.

14. Sharp 3,1/10

Sharp scende al 13 ° posto, a pari punti con HCL. Sorprendentemente, questo produttore di energia solare non ha un obiettivo di energia rinnovabile né di efficienza energetica e solo lo 0,5 per cento dell’energia elettrica consumata proviene da fonti rinnovabili Sharp deve aumentare notevolmente l’utilizzo di energia elettrica rinnovabile entro il 2020.

15. Toshiba 2,3/10

Toshiba scende al 15 ° posto con 2,3 punti.

Toshiba , a partire dal marzo 2012, ha eliminato il cloruro di polivinile (PVC) e i ritardanti di fiamma bromurati (BFR) dalla maggior parte dei suoi prodotti. Dopo aver avuto un punto di penalità nel 2010 per aver fallito nel suo precedente piano di eliminazione delle sostanze tossiche, Toshiba ha aderito ad un nuovo impegno, quello di eliminare gradualmente da tutti i suoi prodotti di consumo PVC, BFR, antimonio, berillio e ftalati (entro il 2015). Questo programma è troppo lento rispetto ai suoi concorrenti, ma è importante che l’impegno di Toshiba comprenda tutti i suoi prodotti e una vasta gamma di sostanze pericolose.

16. RIM 2,0/10

RIM continua a rimanere in fondo alla Ecoguida di Greenpeace con 2 punti. RIM manca di un piano globale di energia elettrica pulita e di un obiettivo per aumentare l’energia rinnovabile almeno del 30% entro il 2015. Nonostante ciò, è da rilevare che tutti i caricabatterie RIM soddisfano o superano gli standard Energy Star di efficienza energetica. E’ da notare che RIM è uno dei migliori marchi rispetto alla gestione dell’approvvigionamento di minerali da Paesi interessati da conflitti armati.

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