L’Indicatore di rischio armonizzato 1 (HRI-1), attualmente proposto per misurare i progressi verso l’obiettivo della strategia Farm to Fork, è motivo di grande preoccupazione per le ONG e il movimento biologico europeo, poiché mina seriamente l’ambizione e la credibilità degli sforzi di riduzione dei pesticidi. L’HRI-1, che gli Stati membri hanno adottato nel 2019 per misurare l’uso e i rischi dei pesticidi, è stato contestato dal PAN Europe fin dalla sua adozione ed è stato poi ritenuto inappropriato dalla Corte dei conti europea. I revisori hanno spiegato che la presunta riduzione indicata dall’HRI-1 è dovuta principalmente a una diminuzione delle vendite di sostanze che non sono più approvate, e non a una reale riduzione dell’uso di pesticidi. La Corte dei conti, pertanto, aveva chiesto alla Commissione europea di migliorare l’HRI-1 già nel 2020.
In un articolo di GLOBAL 2000 (Friends of the Earth Austria) viene spiegato che l’HRI-1 sovrastima sistematicamente il rischio di sostanze naturali utilizzate nell’agricoltura biologica rispetto alle sostanze sintetiche. Per esempio, il HRI-misura un rischio più elevato dell’800% per una singola applicazione di bicarbonato di potassio – un fungicida naturale classificato dalla Commissione come sostanza attiva a basso rischio e utilizzato come lievito in polvere – rispetto al difenoconazolo – un fungicida sintetico classificato come “candidato alla sostituzione” per la sua combinazione di proprietà tossiche e di persistenza.
Ciò è particolarmente discriminante per l’agricoltura biologica, dove i pesticidi sintetici sono vietati e solo le sostanze già esistenti in natura possono essere utilizzate per la protezione delle colture, come ultima risorsa, dopo misure preventive. Con la metodologia distorta dell’HRI-1, qualsiasi passaggio dall’agricoltura convenzionale a quella biologica determinerebbe un aumento dei rischi derivanti dall’uso di pesticidi, il che è assurdo e sbagliato.
Eric Gall, policy manager di IFOAM Organics Europe, ha dichiarato: “L’indicatore HRI-1 porta a risultati assurdi e dà l’impressione sbagliata che l’agricoltura biologica sia il problema, perché è principalmente un indicatore basato sul volume che discrimina le sostanze naturali. Affidarsi a un indicatore fuorviante per misurare la riduzione dei pesticidi è inefficace e ingiusto per gli agricoltori biologici che sono quelli che si sforzano di trovare alternative ai pesticidi sintetici tossici. È inoltre in contraddizione con l’obiettivo dell’UE di raggiungere il 25% di superficie agricola biologica entro il 2030. Esistono già indicatori più adatti utilizzati a livello nazionale in alcuni Stati membri, che tengono meglio conto dei profili di area trattata e di tossicità, che si basano sui dati esistenti sulle vendite di pesticidi e che possono essere facilmente utilizzati per fissare il Regolamento per l’uso sostenibile dei pesticidi (SUR).”
Per garantire che l’imminente SUR fornisca strumenti efficaci per realizzare l’ambizione di Farm to Fork, gli organizzatori dell’ECI “Save Bees and Farmers”, PAN Europe e IFOAM Organics Europe invitano la Commissione a includere nella sua proposta del 22 giugno un nuovo indicatore, ispirato da indicatori nazionali affidabili, per monitorare l’obiettivo di riduzione dei pesticidi Farm to Fork.
Fonte: Ufficio stampa IFOAM