Pensierino di Natale: il ruolo della buona informazione per il settore biologico italiano
Dicembre 23, 2020
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Sarebbe bello che sotto l’albero di Natale o, se preferite, come promessa per l’Anno Nuovo, noi dell’informazione di settore dedicata al biologico, alla sua produzione e al suo mercato, trovassimo la sorpresa di una adeguata riconsiderazione del nostro ruolo e in particolare dell’utilità della nostra funzione e del nostro lavoro.
Oggi vogliamo gettare un sasso in questo stagno.
Ci teniamo ad essere utili e siamo impegnati a fare, anche con GreenPlanet, sempre meglio. Siamo convinti di una cosa – se non lo fossimo, cambieremmo mestiere -: una buona informazione di settore fa bene al biologico, al complesso delle sue aziende e dei suoi imprenditori. Questo vale in particolare da noi, in Italia, dove non è facile per le aziende, per gli imprenditori, riconoscersi in un sistema che abbia un suo modo di sentire per quanto possibile omogeneo a livello nazionale, una sua identità italiana, un codice comune nell’affrontare i problemi, le loro soluzioni, i mercati.
Una buona informazione di settore può essere utile a questo riguardo. Ci sono molti esempi in diversi campi dell’informazione. Una buona stampa generalista caratterizza le società più avanzate e civili perché bene in-formate. Una buona stampa scientifica caratterizza le comunità scientifiche migliori: prendete la stampa medica, con Lancet, Jama e altre testate dà linfa di conoscenze alle istituzioni mediche più avanzate al mondo (ed è tutta, ormai, di lingua inglese, anche se c’è il cinese che avanza). I grandi giornali, con i collegati siti di informazione economica, da Wall Street Journal all’Economist, sono nella storia e nel presente delle più importanti comunità degli affari. Mutatis mutandis, fatte le debite proporzioni, è così per ogni settore di attività: una buona informazione è di sostegno a qualsiasi settore e così deve essere anche per il biologico italiano.
E ancora perché fa bene al settore? Per più di un motivo: certo lo informa, pone un’azienda in una condizione di maggiore trasparenza e di conoscenza corretta rispetto ai propri fornitori e ai propri clienti, perché descrive le aziende, con le loro iniziative, nella relazione verticale tra loro lungo la filiera, dalla produzione al mercato. Crea insomma un circuito virtuoso che supera i rumors sul cliente, sul fornitore, sul partner, sul concorrente alla ricerca di punti fermi, di una visione corretta della realtà.
Serve certo una premessa, perché tutto questo castello stia in piedi. Serve che l’informazione sia davvero buona informazione, non nasconda secondi fini, con confonda il marketing con le notizie, sia un servizio vero, sia – nei limiti del possibile – uno strumento di conoscenza e di crescita, aziendale e di sistema.
Questo è l’augurio che facciamo a noi stessi, a GreenPlanet, per l’anno nuovo: di essere all’altezza di questa buona informazione.
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Sarebbe bello che sotto l’albero di Natale o, se preferite, come promessa per l’Anno Nuovo, noi dell’informazione di settore dedicata al biologico, alla sua produzione e al suo mercato, trovassimo la sorpresa di una adeguata riconsiderazione del nostro ruolo e in particolare dell’utilità della nostra funzione e del nostro lavoro.
Oggi vogliamo gettare un sasso in questo stagno.
Ci teniamo ad essere utili e siamo impegnati a fare, anche con GreenPlanet, sempre meglio. Siamo convinti di una cosa – se non lo fossimo, cambieremmo mestiere -: una buona informazione di settore fa bene al biologico, al complesso delle sue aziende e dei suoi imprenditori. Questo vale in particolare da noi, in Italia, dove non è facile per le aziende, per gli imprenditori, riconoscersi in un sistema che abbia un suo modo di sentire per quanto possibile omogeneo a livello nazionale, una sua identità italiana, un codice comune nell’affrontare i problemi, le loro soluzioni, i mercati.
Una buona informazione di settore può essere utile a questo riguardo. Ci sono molti esempi in diversi campi dell’informazione. Una buona stampa generalista caratterizza le società più avanzate e civili perché bene in-formate. Una buona stampa scientifica caratterizza le comunità scientifiche migliori: prendete la stampa medica, con Lancet, Jama e altre testate dà linfa di conoscenze alle istituzioni mediche più avanzate al mondo (ed è tutta, ormai, di lingua inglese, anche se c’è il cinese che avanza). I grandi giornali, con i collegati siti di informazione economica, da Wall Street Journal all’Economist, sono nella storia e nel presente delle più importanti comunità degli affari. Mutatis mutandis, fatte le debite proporzioni, è così per ogni settore di attività: una buona informazione è di sostegno a qualsiasi settore e così deve essere anche per il biologico italiano.
E ancora perché fa bene al settore? Per più di un motivo: certo lo informa, pone un’azienda in una condizione di maggiore trasparenza e di conoscenza corretta rispetto ai propri fornitori e ai propri clienti, perché descrive le aziende, con le loro iniziative, nella relazione verticale tra loro lungo la filiera, dalla produzione al mercato. Crea insomma un circuito virtuoso che supera i rumors sul cliente, sul fornitore, sul partner, sul concorrente alla ricerca di punti fermi, di una visione corretta della realtà.
Serve certo una premessa, perché tutto questo castello stia in piedi. Serve che l’informazione sia davvero buona informazione, non nasconda secondi fini, con confonda il marketing con le notizie, sia un servizio vero, sia – nei limiti del possibile – uno strumento di conoscenza e di crescita, aziendale e di sistema.
Questo è l’augurio che facciamo a noi stessi, a GreenPlanet, per l’anno nuovo: di essere all’altezza di questa buona informazione.
Antonio Felice
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