Nell’Unione Europea oltre 9 persone su 10 che vivono in città sono costrette a respirare un’aria con una quantità di inquinanti che supera le soglie suggerite dall’Organizzazione mondiale della sanità. E l’Italia, in particolare il Nord, risulta essere tra le zone più colpite, soprattutto per i livelli problematici di ozono. Per questo serve più agricoltura: aumentare gli spazi verdi nei centri urbani e nelle aree periurbane contribuisce a ridurre smog e inquinamento. Lo afferma la CIA (Confederazione italiana agricoltori), commentando il rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente (EEA) diffuso il 15 ottobre.
Il contributo che il settore primario può fornire per migliorare la qualità dell’aria è fondamentale: basti pensare che un solo ettaro di terreno coltivato o boschivo assorbe oltre 2 tonnellate annue di anidride carbonica e produce una tonnellata annua di ossigeno.
Ma questo non ha impedito che in meno di vent’anni la cementificazione selvaggia divorasse quasi 2,2 milioni di ettari di terreno agricolo in tutt’Italia.
I dati allarmanti sui livelli di polveri sottili presenti nelle città, nel nostro Paese come all’estero, ci dicono che è tempo di invertire la marcia.
Bisogna incoraggiare e sostenere la nascita di nuovi angoli di verde e orti urbani, oltre a promuovere una condotta eco-compatibile, ad esempio attraverso l’uso dei mezzi pubblici e della bici al posto di auto e moto. Soprattutto, per diminuire l’inquinamento, bisogna dire basta al consumo di suolo agricolo e difenderlo – afferma la CIA – da abusivismo e urbanizzazione incontrollata, che estendono le metropoli a dismisura cancellando senza sosta campagne e terre coltivate.