Cibo – biologico – e legalità: un’abbinata vincente in cui da sempre crede Alce Nero, già confermata da anni di attività che hanno portato a sinergie positive e ad economie pulite anche nelle terre confiscate alle mafie, gestite dalle cooperative di Libera Terra.
L’attrice Tiziana Di Masi porta in scena queste tematiche, con lo spettacolo civile – gastronomico ‘Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida’, scritto dal giornalista Andrea Guolo, che già si annuncia come uno scacco matto alle mafie, proprio in virtù dell’agricoltura biologica, settore economico che può soppiantare la mala pianta e dare speranza, e risultati concreti, alle terre del Sud.
Lo spettacolo va in scena, ma anche in tavola, per tre venerdì di marzo (9, 16 e 23) alle 20 all’Alce Nero Caffè in via Petroni 9 di Bologna. Uno spettacolo sul gusto, con alcune tra le eccellenze dell’agroalimentare italiano. In parallelo alla pièce teatrale, tre menù celebrano le regioni meridionali, i sapori della cucina migliore, quelli conservati e protetti dall’agricoltura biologica e contenuti nei prodotti di Libera Terra e Alce Nero.
‘Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida’ racconta un viaggio tra le cooperative di Libera Terra dove è nata una "bella economia" i cui cardini si chiamano agricoltura biologica, qualità, lavoro e rispetto delle leggi. È uno spettacolo che si fonda sulla speranza e sulla rinascita, dell’uomo come della terra, e che sazia la fame di legalità e di cose buone, facendo del cibo un’importante occasione di riscatto sociale.
Nella Piana di Gioia Tauro, dove un tempo la ‘Ndrangheta abbatteva gli ulivi per ricavarne legname e non cederlo alle cooperative, si originano oggi quei polloni che daranno l’olio della speranza; i vigneti che la Sacra Corona Unita bruciava in Puglia ora tornano a fiorire e a regalare un grande vino; in Sicilia si afferma un’agricoltura che rompe il muro delle regole mafiose e versa i contributi ai lavoratori.
I MENU
Venerdì 9 marzo. In scena: Pensando alla Calabria: patè di peperoncino piccante all’olio extravergine di oliva e melanzane violette lunghe della cooperativa Valle del Marro. Pasta di grano simeto con passata di pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, un pomodoro straordinario, piccolo, dolce, succoso e tipico, presidio Slow Food. Per finire, torrone fatto con il miele di Cascina Caccia, nel padanissimo Piemonte.
In tavola: involtini di peperone farciti di ricotta, olive nere e melanzane sott’olio su cicoria saltata al pesto di peperoncino; paccheri con polpa di pomodorini fiaschetto su fonduta di Parmigiano Reggiano; Trancio di pesce bianco, capperi e acciughe su crema di ceci e macedonia d’arance. Torta di Miele e mandorle. Calice di vino e caffè
Venerdì 16 marzo. In scena: Puglia significa anche carciofi! Su ogni 3 prodotti in Italia uno è pugliese. Ecco a voi i carciofi violetti di Brindisi sotto’olio, l’antipasto ideale di una meravigliosa mozzarella di bufala dalle terre di Don Peppe Diana. Lo spettacolo si conclude con un digestivo d’eccezione, il Limoncello di Sicilia, dalla cooperativa Liberamente.
In tavola: Insalatina di carciofi con scaglie di grana e riduzione all’aceto balsamico. Fusilli al ragù di pollo con zucchine e feta. Zucca marinata con mousse di mozzarella di bufala. Spuma di ricotta, scaglie di cioccolato zenzero candito. Limoncello. Calice di vino e caffè.
Venerdì 23 marzo. In scena: lo spettacolo comincia con un aperitivo saporito a base di friselle e di taralli, per proseguire
con un’ottima zuppa di legumi, buona come la fanno solo all’Agriturismo Portella della Ginestra. Il racconto si fa intenso come una bottiglia di Hyso Telaray e Placido Rizzotto, due uomini che hanno sfidato le mafie, alla loro memoria due vini straordinari.
In tavola: Friselle con caponata di verdure, spiedino di taralli, ananas e prosciutto crudo di Parma. Zuppa di farro con ceci e lenticchie. Roast beaf su insalatina di rucola, pesto di semi di zucca e budino di ceci. Torta al vino rosso. Calice di vino e caffè.