“Seminare il Futuro”: l’evento che porta le famiglie alla scoperta del grano “Inizio”

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Nel weekend del 18 e 19 ottobre, cinque aziende agricole italiane hanno ospitato l’iniziativa “Seminare il Futuro”, un’occasione per riscoprire il gesto antico della semina e capire da dove arriva il cibo che consumiamo. L’evento, promosso da NaturaSì e dalla Fondazione Seminare il Futuro, si è svolto poco dopo la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, coinvolgendo cittadini, famiglie e appassionati in laboratori, degustazioni e visite guidate.

Al centro dell’iniziativa c’era la varietà di grano duro biologico “Inizio”, recentemente iscritta al registro nazionale delle varietà e selezionata appositamente per l’agricoltura biologica. Come spiega Federica Bigongiali, direttrice della Fondazione: “Quest’anno, per la prima volta, siamo riusciti a mettere in produzione il seme certificato della varietà “Inizio”. Si tratta di una pianta capace di adattarsi bene a condizioni di coltivazione più naturali e meno dipendenti dagli input chimici. È una pianta più alta, che resiste all’allettamento e che riesce a competere meglio con le erbe infestanti. Grazie al suo apparato radicale ben sviluppato, riesce ad assorbire in modo efficiente i nutrienti presenti nel suolo, crescendo vigorosamente anche senza concimazioni azotate. Inoltre, mostra una buona tolleranza ai principali parassiti e alle malattie più comuni dei cereali”.

L’iniziativa ha permesso ai partecipanti di contribuire simbolicamente alla semina del futuro, sottolineando l’importanza dei semi come patrimonio comune. Come ricorda Bigongiali: “La selezione dei semi può fare la sua parte per un’agricoltura più sana e in equilibrio con l’ecosistema, ma da sola non basta: deve essere inserita in un approccio agroecologico. Non possiamo limitarci a un approccio che punti esclusivamente sulla selezione del seme, ma è fondamentale considerare la rotazione delle colture, la gestione della biodiversità e l’uso appropriato degli input agricoli”.

Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì, sottolinea: “È un’opportunità per tutti di avvicinarsi a un’agricoltura che si prende cura del suolo e lo coltiva senza l’uso di sostanze chimiche, promuovendo la consapevolezza e il rispetto per l’ambiente. Portare i cittadini in campagna, per mettere i piedi sulla terra e far capire da dove arriva il cibo e il lavoro che c’è dietro, è fondamentale”.

Infine, Fausto Jori, consigliere delegato di NaturaSì, evidenzia il ruolo della Fondazione: “La qualità delle sementi è importante, una buona semente porta un buon cibo. Ma per la selezione occorrono tempi lunghi e continuità. Per questo serve una fondazione che ha obiettivi pluriennali, non è proprietaria del seme bensì custode, ne tutela la vitalità e fa in modo che continui a rispondere anche in futuro alle necessità degli agricoltori”.

Le aziende coinvolte sono state: Agricoltura Nuova (Lazio), La Colombaia (Campania), Il Cerreto (Toscana), Bio Ferrarini (Emilia Romagna) e Girolomoni (Marche). L’evento ha così unito la partecipazione diretta dei cittadini al valore scientifico della varietà “Inizio”, simbolo di un’agricoltura biologica sostenibile, resiliente e rispettosa dell’ambiente.

Fonte: Ufficio Stampa NaturaSì

Notizie da GreenPlanet

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