A volte le innovazioni più autentiche nascono proprio da ciò che sembra più antico: la terra. È da qui che prende forma VeroBio, la realtà guidata da Simone Vischioni, agricoltore di 38 anni, che ha scelto di puntare al 100% sul biologico e sulla sostenibilità, senza compromessi.
Un progetto giovane, nato ufficialmente nel 2021, ma che affonda le radici in una lunga storia familiare iniziata quasi un secolo fa, nel 1927, quando i bisnonni del suocero di Vischioni iniziarono a coltivare ortofrutta nella zona di Lonato (Brescia), a due passi da Solferino, nel Mantovano.
L’azienda di base è quindi storica, ma la spinta verso il biologico rappresenta la vera rivoluzione: “Durante il Covid ci siamo accorti che la gente cercava prodotti più sani e naturali. Da lì abbiamo deciso di fare il passo – racconta Simone a La Gazzetta di Mantova – Abbiamo iniziato con un ettaro, oggi siamo a 32, e l’obiettivo è convertire tutta l’azienda“. Una sfida non semplice, ma portata avanti con convinzione e risultati concreti. La coltura simbolo è la zucca, frutto che trova in questi terreni il suo habitat ideale. Ricco di sali minerali, il suolo conferisce dolcezza e qualità alle zucche VeroBio, che raggiungono valori zuccherini altissimi, tra i 17 e i 18 gradi Brix. Un’eccellenza che si distingue sui mercati italiani e internazionali, con clienti affezionati in tutto il Nord Italia, oltre che in Germania e Slovenia. Il biologico, però, non è solo rinuncia alla chimica, ma ricerca e innovazione continua. L’azienda utilizza pacciamature biodegradabili in amido di mais per contrastare le infestanti, funghi antagonisti per difendere le colture dalle malattie, insetti utili che tengono sotto controllo quelli dannosi.
“Oggi l’80-90% del successo di un’azienda biologica si gioca sulla capacità di sfruttare questi strumenti. Il futuro del settore è qui”, sottolinea Vischioni. Dietro ogni decisione c’è una visione precisa: coltivare senza forzature, rispettando la natura e i suoi cicli, ma anche senza rinunciare alla quantità e alla qualità. “C’è chi pensa che il bio significhi produrre meno o peggio. Non è così: se curi la pianta con attenzione e utilizzi le giuste tecniche, puoi avere rese importanti e un prodotto eccellente”.
VeroBio è dunque molto più di un’impresa: è una scelta di vita, condivisa da tutta la famiglia. Simone gestisce la parte agronomica, il cognato quella commerciale e di confezionamento, mentre i figli stanno crescendo imparando a “sporcarsi le mani” con la terra. “Abbiamo la terra nel sangue – dice Vischioni – Non lo viviamo come un lavoro, ma come il nostro modo di stare al mondo”. Una testimonianza che dimostra come anche un’azienda tradizionale possa diventare laboratorio di innovazione, coniugando storia e futuro. E se oggi VeroBio è un punto di riferimento per il biologico, domani vuole diventare un “modello di come l’agricoltura possa cambiare il volto della nostra alimentazione”.
Fonte: Corriere Ortofrutticolo