L’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB) esprime forte preoccupazione in merito ai contenuti emersi dal recente Report annuale dell’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi), evidenziando una significativa sproporzione nel regime sanzionatorio applicato al settore dell’agricoltura biologica rispetto ad altri comparti del sistema agroalimentare nazionale.
“Se l’obiettivo del Governo è quello di penalizzare il comparto che più rappresenta l’eccellenza agroecologica italiana, allora possiamo dire che è tristemente centrato” – dichiara Giuseppe Romano, presidente di AIAB – “Il biologico rappresenta una realtà economica che conta oltre 94.000 operatori, oltre 80.000 aziende agricole, che contribuisce in maniera significativa all’export del Made in Italy, tutela i suoli e rappresenta una delle principali strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici. Eppure, oggi è sottoposto a un impianto normativo e sanzionatorio tra i più gravosi dell’intero settore primario.”
Dati a confronto: analizzando i dati ICQRF 2024, il settore biologico ha subìto una media per sanzione di oltre € 6.000 contro gli scarsi € 1.300 per sanzione di altri comparti dell’agroalimentare regolamentato.
“Ciò che risulta allarmante – prosegue Romano – è che il biologico, settore strutturalmente soggetto a controlli più frequenti e onerosi, venga trattato con un accanimento normativo che, se non riformato, rischia di svuotare il comparto di operatori, scoraggiando l’adesione e mettendo a rischio una parte strategica della transizione agroecologica italiana.”
Appello al Ministero per una revisione del decreto
AIAB lancia un appello al Sottosegretario Luigi D’Eramo e al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) Francesco Lollobrigida per avviare con urgenza una revisione del Decreto Legislativo n. 148/2023, ritenuto eccessivamente penalizzante per le aziende biologiche e per tutto il comparto.
“Tale impianto normativo – aggiunge Romano – seppure nato con l’intento di armonizzare i controlli, si è trasformato in uno strumento sproporzionatamente repressivo. Non si può chiedere agli operatori del bio di essere pionieri della sostenibilità e contemporaneamente sottoporli a un regime sanzionatorio più severo di quello applicato ad altri settori che contribuiscono meno alla tutela dell’ambiente e alla sicurezza alimentare.”
AIAB evidenzia anche che nel 2024 il settore biologico è stato sottoposto a un’intensa attività ispettiva da parte dell’ICQRF, con oltre 12.700 controlli effettuati e 2.351 campioni prelevati per analisi ufficiali. Di questi, soltanto il 1,79% è risultato non conforme, una percentuale nettamente inferiore rispetto alla media generale del comparto
E’ necessaria l’unità del settore biologico
AIAB invita infine tutti gli attori del biologico – dalle aziende agricole ai trasformatori, dai distributori ai consumatori consapevoli – a fare fronte comune in una fase critica: “Il biologico è sotto attacco. Occorre compattezza per ottenere una normativa più equa e sostenibile. Senza una risposta collettiva, rischiamo di assistere al progressivo smantellamento di uno dei settori più innovativi e virtuosi del nostro sistema agroalimentare.
Fonte: Ufficio Stampa AIAB