Dopo oltre 25 anni di negoziati, il 6 dicembre 2024 è stato firmato l’accordo tra l’Unione Europea (UE) e il Mercato Comune del Sud (MERCOSUR), dando vita alla più grande area di libero scambio del mondo. Entrambe le parti hanno promosso pubblicamente l’accordo come una grande opportunità commerciale e politica. Tuttavia, si tratta di un accordo controverso, che fin dall’inizio ha incontrato l’opposizione di alcuni attori. Vediamo perché.
Il principale ostacolo all’accordo è stato rappresentato dagli agricoltori europei, che temono che i loro prodotti vengano soppiantati dalle importazioni dal Mercosur a prezzi più bassi e che sono un attore abbastanza forte da garantire che Paesi come la Francia si siano storicamente sempre opposti all’accordo.
È importante altresì chiarire rapidamente alcuni concetti. Da un lato, il MERCOSUR è un processo di integrazione regionale tra Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, con la Bolivia in fase di adesione e il Venezuela temporaneamente sospeso. Si tratta di un processo di integrazione aperto, in continua evoluzione, il cui obiettivo principale è creare un mercato comune che favorisca opportunità commerciali e di investimento tra gli Stati membri, ma anche un inserimento congiunto nel mercato internazionale. Considerato come blocco commerciale, il MERCOSUR rappresenta la quinta economia mondiale.
Dall’altro lato, un’area di libero scambio è una regione costituita da almeno due Stati che cooperano per ridurre i dazi doganali e aumentare il commercio di beni e investimenti tra di loro. Pertanto, l’accordo tra UE e MERCOSUR è un grande trattato di libero scambio che creerà uno spazio comune per il commercio e gli investimenti, impegnandosi a facilitare i termini di scambio. Va sottolineato che l’accordo è stato firmato dagli Stati del MERCOSUR, ma è ancora in attesa di ratifica, il che significa che potrebbe incontrare ostacoli prima di entrare in vigore.
Critiche all’accordo commerciale tra MERCOSUR e UE
Le esportazioni di tutti gli Stati del MERCOSUR (verso Paesi esterni al blocco, ossia esportazioni extra-MERCOSUR) consistono essenzialmente in prodotti primari, tra cui spiccano minerali di ferro, soia e suoi derivati in olio, petrolio greggio, mais, zucchero e diverse tipologie di carne. In misura minore si esportano anche caffè, grano, frutta e verdura (dati del 2022). Al momento, l’UE non è il principale partner commerciale del MERCOSUR, ma l’entrata in vigore del trattato potrebbe portare a un grande cambiamento nelle dinamiche commerciali, creando la più grande area di libero scambio del mondo.
In questo contesto, entrambi i blocchi risparmierebbero milioni di dollari in tasse doganali e avrebbero accesso a grandi mercati di consumatori per esportare i propri prodotti. Da un lato, l’UE esporterebbe servizi finanziari e prodotti industriali; dall’altro, il MERCOSUR esporterebbe principalmente prodotti agricoli.
Gli agricoltori sostengono che, sebbene l’UE possa trarre vantaggio dall’accesso a un ampio mercato, saranno loro a subire le conseguenze più negative. Il settore agricolo esprime forte preoccupazione per l’afflusso massiccio di prodotti a costi di produzione e vendita inferiori. Inoltre, sottolineano che questi prodotti non saranno soggetti agli stessi rigorosi controlli fitosanitari e di qualità previsti per quelli europei. Il settore prevede quindi significative perdite economiche e una riduzione della qualità alimentare, definendo l’accordo come un ulteriore ostacolo alla sopravvivenza dell’agricoltura europea ed è per tali ragioni che gli agricoltori chiedono l’introduzione di misure economiche compensative e una revisione della Politica Agricola Comune (PAC).
E la produzione biologica?
Se l’accordo UE-MERCOSUR preoccupa gli agricoltori, desta ancora maggiore preoccupazione tra i produttori di alimenti biologici certificati. La produzione biologica europea subirà le stesse conseguenze descritte sopra, con l’aggravante che le normative per ottenere la certificazione biologica nell’UE rendono i processi di produzione e vendita più complessi e costosi. Pertanto, gli effetti negativi saranno ancora più pronunciati.
Un altro aspetto rilevante è la mancanza di un’equivalenza tra le certificazioni biologiche dei due blocchi, il che significa che sarà necessario monitorare attentamente l’elaborazione di una futura normativa che garantisca la qualità e la sicurezza alimentare dei prodotti importati.
Infine, bisogna considerare anche le conseguenze non puramente economiche, come la perdita di modelli di produzione locale e agroecologica su piccola scala, che contribuiscono alla resilienza dei modelli di consumo sostenibili, salutari e rispettosi del territorio. Allo stesso modo, esiste una forte resistenza da parte dei movimenti sociali dell’America Latina, i quali si oppongono all’accordo, sostenendo che avrà un impatto negativo sulle comunità contadine di sussistenza e sulla loro sovranità alimentare, favorendo invece le grandi aziende di monocoltura per l’esportazione.
In definitiva, se l’accordo di libero scambio tra UE e MERCOSUR entrerà in vigore, modificherà le dinamiche del commercio mondiale e avrà conseguenze significative per coloro che resistono ai grandi modelli agroalimentari globali e alle loro ripercussioni territoriali e sociali.
Gemma Isern Castells
Politologa con Master in Relazioni Internazionali, Sicurezza e Sviluppo