L’agricoltura biologica cresce nei consumi, ma rende sempre meno ai produttori che, soprattutto in alcuni settori chiave, iniziano a pensare di fare marcia indietro, stracciare la certificazione e tornare a produrre con il sistema convenzionale, o passare a metodi produttivi meno onerosi, come l’agricoltura sostenibile. È quanto emerge dall’analisi di Confagricoltura Mantova che rileva le falle nel comparto.
Sono 343 (fonte Regione Lombardia, dato aggiornato alla metà del 2024) le aziende agricole mantovane che producono prodotti bio, dai cereali all’ortofrutta fino al latte. Biologico che cresce nei consumi (nel 2023, ultimo dato disponibile, gli acquisti in Italia sono stati pari a 3,8 miliardi), ma non altrettanto nel prezzo riconosciuto al produttore. Tanto che, dopo un decennio di crescita costante, le imprese bio in Lombardia iniziano a calare: nel 2023 erano 3.202 contro le 3.260 dell’anno precedente. La tendenza al calo è confermata anche a livello provinciale: erano oltre 400 le aziende nel 2022. È il caso, in particolare, delle aziende che producono cereali, ortaggi e frutta bio, la cui superficie agricola utilizzabile a livello regionale è calata (dal 2022 al 2023) di rispettivamente -32%, -19% e -30%. Segnale che gli agricoltori dedicano meno spazio al bio.
Tra le cause della stagnazione ci sarebbe il fatto che il consumatore percepisce sempre meno la differenza di questi prodotti rispetto a quelli convenzionali o ad altre offerte disponibili al supermercato con veste “green”. Le carenze sarebbero anche nella strategia della UE. Sotto accusa ci sarebbe una visione basata quasi esclusivamente sull’aumento della superficie di terreno dedicata al bio, mentre le politiche per rafforzare il mercato, parlare al consumatore e agevolare i piccoli produttori sarebbero scarse o nulle.
“Il mondo agricolo deve confrontarsi con la sostenibilità ambientale ma se non c’è anche quella economica, è impossibile produrre. – è il commento amaro del presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi – Occorre dedicare attenzione al comparto e, soprattutto, ragionare seriamente in termini di strategia europea: l’UE con la PAC sta spingendo il bio, ma se diventa un mercato di massa e i prezzi sono sempre più bassi, per l’agricoltore diventa impossibile restare nel biologico”.
La Lombardia sostiene il biologico con gli aiuti regionali, la promozione dei distretti biologici e il monitoraggio delle filiere. Riguardo ai distretti bio, nel 2024 ne sono stati riconosciuti tre (Valtellina, Valle Camonica e Agricoltura biologica e sociale bergamasca) e la Regione segue con attenzione un altro distretto che ha le potenzialità per richiedere il riconoscimento (Casalasco – Viadanese). “Il biologico – ha detto l’assessore Alessandro Beduschi all’evento a Palazzo Pirelli che ha concluso il progetto europeo Made in Nature (vedi news) – rappresenta una scelta consapevole e sostenibile, e come Lombardia continueremo a supportare le nostre aziende per far crescere questo settore strategico”.
Fonte: Corriere Ortofrutticolo