Truffa olio extravergine bio: sequestrate 180 tonnellate di prodotto contraffatto sull’asse Puglia-Calabria

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Un’importante operazione condotta poco dopo Natale dalla Guardia di Finanza e dall’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione frodi (ICQRF) ha portato al sequestro di 180 quintali di olio etichettato come “extravergine biologico”, ma in realtà composto in parte da olio lampante, un prodotto non commestibile destinato esclusivamente all’industria della trasformazione. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, ha coinvolto due aziende situate nelle province di Catanzaro e Barletta-Andria-Trani (BAT).

Il cuore dell’inchiesta ruota attorno a una partita di olio acquistata da un oleificio calabrese e destinata in gran parte alla Levante Srl di Andria, uno dei principali produttori pugliesi. L’olio, registrato come extravergine biologico nei registri telematici obbligatori (SIAN), è risultato essere, da analisi chimiche e organolettiche, un mix di olio vergine e lampante. Quest’ultimo è caratterizzato da un elevato grado di acidità e non può essere destinato al consumo umano.

La Guardia di Finanza ha scoperto che una parte del prodotto era già stata consegnata all’azienda pugliese per essere utilizzata nel “taglio” dell’olio extravergine, mentre altre quantità erano stoccate nei silos di Catanzaro o inviate a Monopoli per la raffinazione.

La Levante Srl, tramite il suo amministratore unico Riccardo Cassetta, ha dichiarato la propria estraneità alla vicenda, affermando di aver collaborato pienamente con le autorità. “L’olio ritirato dalla ditta di Catanzaro è risultato regolare sia secondo i controlli interni che quelli effettuati dalle autorità competenti. Non c’è stato alcun sequestro presso la nostra azienda, né siamo coinvolti in alcuna truffa”, ha sottolineato Cassetta.

L’oleificio calabrese, invece, è stato segnalato alla Procura per frode in commercio e vendita di sostanze alimentari adulterate. Le indagini proseguono per verificare eventuali responsabilità della Levante e accertare se fosse a conoscenza della reale natura dell’olio acquistato.

Con l’olio extravergine a prezzi record, fino a 16 euro al litro, il tentativo di frode sembra motivato dalla possibilità di immettere sul mercato prodotti a prezzi concorrenziali, ma di qualità inferiore. L’assessore regionale all’Agricoltura della Puglia, Donato Pentassuglia, ha espresso indignazione: “Questo reato ci indigna particolarmente perché colpisce un prodotto straordinario della nostra economia regionale, frutto di sforzi enormi da parte delle nostre aziende. È un illecito che danneggia non solo i consumatori, ma anche la nostra economia e la salute pubblica“.

Anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha plaudito l’operazione: “L’intervento tempestivo dimostra quanto sia essenziale la sinergia tra Istituzioni, imprese e cittadini per tutelare l’agroalimentare italiano”.

Nonostante l’ampia portata dell’operazione, nessuna informazione ufficiale è stata fornita sui marchi di olio coinvolti. Questo ha suscitato critiche da parte dei consumatori, che chiedono maggiore trasparenza per tutelare la loro salute e la fiducia nel mercato.

Mentre le indagini proseguono, resta da accertare se altre aziende possano essere coinvolte in questa frode che mette a rischio la reputazione del settore agroalimentare italiano.

La Redazione

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