Duro colpo per il settore del bio in Italia, dopo Ki Group e Biofood confermata la richiesta di fallimento per Bioera

Palazzo di giustizia

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Bioera, società del gruppo Biofood quotata in borsa e presieduta dalla ex ministra del turimo Daniela Santanchè fino al 2021, versa in condizioni economiche estremamente critiche, con un patrimonio netto negativo di circa 8 milioni di euro.

La procura di Milano ha chiesto la liquidazione giudiziale (ex fallimento), sostenendo che non ci siano prospettive di risanamento senza nuovi investimenti.

L’ultimo tassello del crollo riguarda la Verde Bio Italian Bakery a Biella, che segue i fallimenti di altre realtà del gruppo come Ki Group srl (fallita a gennaio – vedi news) e Biofood.
Ki Group Holding, anch’essa parte del gruppo, è pesantemente indebitata con il Fisco per oltre 400 mila euro e affronterà un’udienza cruciale l’11 dicembre per discutere il suo futuro.

Gli investitori che avrebbero potuto salvare il gruppo non hanno rispettato gli accordi. Hara Immobiliare, che si era impegnata a finanziare Bioera con 3,6 milioni di euro entro fine 2024, non ha versato la prima tranche di 1,4 milioni. La mancata erogazione di questi fondi ha aggravato una situazione già compromessa, con perdite complessive di 1,4 milioni di euro accumulate nel 2024, di cui 500 mila solo a partire da giugno.

La procura di Milano, guidata dai PM Marina Gravina e Luigi Luzi, sta valutando l’ipotesi di bancarotta fraudolenta per alcuni ex amministratori, un’accusa inizialmente esclusa in altri casi legati alla gestione Santanchè.

Il declino di Bioera e delle altre società collegate rappresenta un colpo durissimo per il settore del bio in Italia. Quello che un tempo era un piccolo impero fondato su valori di sostenibilità e alimentazione sana si è trasformato in un complesso intreccio di debiti, fallimenti e promesse finanziarie non mantenute.

Con la prossima udienza fissata a dicembre e la crescente pressione da parte della Procura, il destino di Bioera sembra appeso a un filo. Anche l’eventuale concessione della proroga potrebbe rivelarsi insufficiente senza l’arrivo di nuovi fondi, rendendo sempre più probabile una fine giudiziaria per l’ex gioiello del bio italiano.

La Redazione

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