Nell’occhio del ciclone da giorni, la ministra del Turismo Daniela Santanché dovrà rispondere in Parlamento e agli italiani in merito all’inchiesta di Report relativa a debiti societari, dipendenti in attesa di TFR, multe stradali non pagate e tanto altro.
Il caso, ancora una volta, coinvolge e travolge il settore del biologico, anche se almeno in questa circostanza non si tratta di truffe e contraffazioni ma la gestione della società Ki Group, realtà leader nel comparto, acquistata nel 2006 da Santanché insieme all’ex compagno Canio Mazzaro e gestita dalla ministra fino al 2022.
La cronaca di questi giorni racconta che la proposta di concordato, sia per Ki Group sia per l’altra società coinvolta, Visibilia SRL, è stata presentata al Tribunale di Milano. La questione riguarda i contributi pubblici ottenuti da Ki Group per affrontare la crisi causata dalla pandemia. La proposta di concordato è stata scritta dallo studio legale Lca di Milano e prevede il pagamento del 100% degli emolumenti dovuti ai lavoratori. Il piano inoltre considera l’intervento di un’altra azienda denominata Bioera.
Bioera dovrebbe rilevare i marchi e le partecipazioni di Ki Group per 1,5 milioni di euro, così come un immobile del valore di 1,1 milioni sotto ipoteca che si trova a Perugia. Il tutto servirebbe a coprire le perdite di Ki Group sebbene il piano preveda anche il soddisfacimento parziale, nella misura del 28%, dei crediti bancari garantiti all’80% dallo Stato, tramite il Medio Credito Centrale.
Mentre i fondi pubblici Covid non saranno restituiti. Lo si legge a pagina 21: “Non è previsto alcun soddisfacimento per i crediti postergati. Tale è da qualificarsi Invitalia, relativamente al prestito obbligazionario ai sensi del decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il ministro dello Sviluppo economico per un importo complessivo di 2,7 milioni”.
La Redazione