10° Rating Foodinsider sulle mense scolastiche: sostenibilità, qualità e disparità territoriali

mense bio

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Il 10° Rating dei menù scolastici, presentato il 23 ottobre alla Camera dei Deputati da Foodinsider, conferma l’Italia divisa tra realtà avanzate nel Centro-Nord e contesti ancora legati a modelli tradizionali nel Sud. L’indagine, estesa a livello nazionale, offre un quadro dettagliato delle tendenze alimentari, della gestione delle mense e delle politiche pubbliche per la sostenibilità.

Biologico e riduzione dei cibi processati

L’adozione di prodotti biologici mostra una crescita significativa: quasi metà dei menu settimanali include oltre 22 alimenti bio, mentre solo il 5% dei menu propone meno di nove prodotti certificati. Parallelamente, si osserva una diminuzione dei cibi processati, passati dal 79% dei menu cinque anni fa al 73% attuale. La riduzione della carne rossa e l’aumento della presenza di pesce, ora al 44% dei menu, segnano ulteriori progressi verso modelli nutrizionali più equilibrati.

Varietà nutrizionale e innovazioni locali

Il 94% dei menu settimanali integra legumi, in aumento rispetto all’81% registrato nel 2020, con differenze territoriali legate alla valorizzazione dei prodotti tradizionali. Nel Nord si sperimentano alternative proteiche come tofu e ragù vegetale, mentre al Centro e Sud si privilegiano legumi locali come fave, lupini e cicerchie. La varietà dei cereali si amplia, con un maggiore utilizzo di integrali, promuovendo un’alimentazione più completa e diversificata.

Filiera locale e chilometro zero

La diffusione dei prodotti del territorio rimane disomogenea: il 40% dei Comuni ne utilizza pochi o nessuno, mentre cresce il numero di amministrazioni che inseriscono stabilmente più di dieci fornitori locali a settimana. L’integrazione di filiere locali rappresenta un indicatore chiave per il sostegno all’economia territoriale e la riduzione dell’impatto ambientale.

Gestione delle mense e controllo degli sprechi

Il 57% dei Comuni affida il servizio a soggetti esterni, il 22% ad una gestione mista e solo il 21% mantiene cucine comunali dirette. Le mense gestite internamente tendono a garantire maggiore attenzione nella preparazione dei pasti. Tuttavia, solo un terzo delle strutture monitora sistematicamente gli scarti alimentari, rendendo ancora poco visibile il fenomeno dello spreco nelle politiche locali.

Educazione alimentare e accettazione dei cibi

L’educazione alimentare emerge come leva fondamentale per migliorare l’adozione di alimenti sani. Secondo Francesca Rocchi, vicepresidente di Foodinsider, la diffidenza dei bambini verso alcuni cibi, come i legumi, è naturale. Percorsi guidati, ricette familiari e racconti sugli ingredienti possono trasformare la diffidenza in curiosità e piacere, consolidando comportamenti alimentari positivi.

Classifica e prospettive

Parma si conferma al primo posto nella classifica nazionale, seguita da Cremona e Fano, riconosciute per qualità nutrizionale, sostenibilità e valorizzazione dei prodotti locali. Nove delle prime dieci città appartengono al Centro-Nord, mentre una sola, Lecce, rappresenta il Sud, evidenziando il persistere di un divario territoriale significativo.

Claudia Paltrinieri, presidente di Foodinsider, sottolinea come “le leve per garantire qualità e sostenibilità delle mense siano ormai accessibili a tutti i Comuni”. Tra le priorità strategiche figurano il monitoraggio degli scarti, il rafforzamento delle cucine di quartiere e l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), strumenti essenziali per una transizione ecologica concreta.

Investire nelle mense scolastiche, conclude Andrea Casu (PD), significa “promuovere coesione sociale, educazione alimentare e sviluppo economico locale”, confermando il ruolo centrale delle istituzioni nel favorire pratiche sostenibili e inclusive.

La Redazione

Notizie da GreenPlanet

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