Si è tenuto la scorsa settimana a Rimini il Salone italiano dedicato all’ortofrutta, Macfrut 2022. La cosiddetta edizione del “ritorno alla normalità”, la prima insieme alla contemporanea Cibus a svolgersi senza obbligo di mascherina. Tra i presenti era tangibile la voglia di ripartenza, nonostante le difficoltà dovute ai pesanti lasciti della pandemia e ad una situazione internazionale a dir poco complessa. Ne abbiamo parlato con Luca Zocca, marketing communication consultant di Brio.
“Ad oggi il problema è legato al generale aumento dei costi, soprattutto in termini di lavorazione del prodotto. Si tratta di una questione di cui si dovrebbe fare carico l’intera filiera”, esordisce Zocca.
– Come ci si pone davanti a questo scenario internazionale che si profila sempre più complicato?
“In Italia siamo chiamati a sfruttare l’enorme vantaggio competitivo che abbiamo in termini di SAU dedicata al bio. Nonostante la forte dipendenza energetica da altri Paesi, infatti, dobbiamo riuscire a mantenere la nostra leadership in termini di esportazioni. Non è semplice fare previsioni ma ad oggi sappiamo che la contrazione della domanda interna di prodotto bio è stata ed è compensata dall’export e su questa strada dobbiamo continuare”.
– Come viene vissuto dagli operatori del bio il rischio di banalizzazione del prodotto davanti al proliferare di proposte eco e green alternative?
“Il nostro compito è di comunicare al meglio il valore del biologico come metodo di produzione che si allunga virtuosamente lungo la filiera produttiva in ogni sua fase. In questo senso, l’approvazione della legge sul bio offre una grande opportunità, ovvero il marchio bio italiano. Credo sia un ottimo strumento da implementare e sfruttare a nostro favore per dare maggiore slancio al consumo di bio tra i nostri connazionali e all’estero, così come la regolamentazione dei biodistretti che incentivano e qualificano le produzioni di qualità e biologiche del territorio”.
– Quali sono le strategie commerciali e di marketing di Brio adottate in questo periodo di post pandemia e crisi internazionale?
“Affrontiamo la stagione estiva con grande propositività, forti delle buone prospettive che ci arrivano per la campagna della frutta, drupacee in primis (dopo i gravi problemi degli scorsi anni legati alle gelate, la produzione attualmente è in linea con le attese), e dell’andamento di alcune coltivazioni di pregio, sebbene per noi ancora di nicchia, come gli asparagi verdi”.
Chiara Brandi