Villarè, fattoria urbana biologica alla periferia di Messina

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Quando si pensa a Messina è lo Stretto con il suo mare a venir subito in mente, ma in questa città spesso sottovalutata, sono attive iniziative originali come la fattoria urbana Villarè. Un’esperienza interessante, avviata nel 2013 dall’idea di Angelo Villari e di sua figlia Marzia, che ha studiato Economia a Milano, ma ha deciso di sposare l’idea del padre, di tornare in Sicilia portando le sue competenze ma “sporcandosi le mani e stando in mezzo alla terra”, come ci tiene a sottolineare.

L’azienda sorge nella zona di Minissale, dove in passato esisteva un borgo contadino, e ha ai suoi piedi la città e il mare. Villarè produce ortofrutta biologica, ma è anche un progetto di didattica per i bambini. Infatti, qui si è nato il primo asilo all’aperto dove l’insegnante è la Natura e dove i consumatori di domani apprendono quanto sia fondamentale conoscere gli ortaggi, gli agrumi e quant’altro viene prodotto in base ai clicli naturali e al clima. “Abbiamo deciso di riproporre il progetto anche alle scuole primarie – ci ha fatto sapere Marzia Villari – perché sono le nuove generazioni che vanno educate e possono essere di esempio in famiglia. Speriamo questo nostro modo di fare agricoltura etica sia modello per un futuro più verde e innovativo”.

Certamente Villarè è una piccola realtà, sia per la sua posizione che per i quattro ettari e mezzo a terrazzamenti che ospitano agrumeti, uliveti e ortaggi. La caratteristica è la coltivazione totalmente biologica, stagionale e a km0. Vi si trovano curiosità come la zucchina spinosa, che mangiata cruda ha un gusto tra il finocchio e il cetriolo, e colpisce per la sua forma irregolare, con peluria e leggere spine, che non pungono ma tengono lontani insetti e animali. Ortaggio arrivato dalle Americhe, dove è conosciuto con il nome di “chayote”, si è adattata al clima mediterraneo e si presta alla rotazione delle colture.

“Qui non troverete mai prodotti fuori periodo – sottolinea Marzia -, ogni stagione ha un suo frutto, ortaggio, colore, ogni mese ha un profumo e un gusto diversi, e aspettare che la natura completi il suo ciclo permette di assaporare ogni prodotto al massimo delle sue qualità. Vendiamo direttamente, in loco e nei mercatini, e forniamo alcuni punti vendita del territorio. Da qualche tempo abbiamo richieste anche da alcuni e-commerce, ma vuoi per scelta che per numeri, non lavoriamo con i grandi”.

A Villarè l’agrumeto è composto da arance, limoni e soprattutto mandarini. Questi in GDO sono sempre meno presenti a vantaggio dei mandaranci, preferiti per la forma regolare e perché senza semi. Questo non vale a Villarè; valgono la bontà, il gusto, il sapore. Gli agrumi meno belli esteticamente vengono trasformati in marmellate, spremute, liquori e sorbetti, con una sana logica di recupero dello scarto.

Non mancano gli animali: asini, galline, il cavallo, la capra, il pavone, preziosi come “fabbriche” di concime organico e come baluardo di biodiversità e di salvaguardia delle razze autoctone.

Villarè infine offre la possibilità di dormire in mezzo alla natura dentro la grande “Green Bubble Room”, da cui è possibile vedere le stelle, sentire gli odori dell’orto e i rumori della natura.

Giuliana Avila Di Stefano

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