Fa un caldo difficile da sopportare. Male di stagione, si dirà: è tempo di alte temperature. Eppure sembra un caldo esagerato per l’inizio di luglio, africano. Persino gli immigrati neri si lamentano, il che è tutto dire. E come ci si ripara dal caldo? La risposta più diffusa è: con l’aria condizionata. Un rimedio più naturale è rinfrescarsi: fare un doccia in più. Mangiare leggero, evitare o limitare molto gli alcolici. Chi può scappa in montagna, dove almeno la sera si respira e la notte si dorme normalmente, senza rigirarsi nel proprio sudore, senza passare dal letto al sofà nel miraggio di un angolo più fresco.
Nella vita reale di questi giorni il caldo è forse il dato dominante: sembra banale, ma ci dobbiamo arrendere. Durerà forse a lungo perché le statistiche continuano a confermarci che con il passare delle stagioni la tendenza al riscaldamento perdura, è un elemento epocale, condizionante. E allora, proviamo a fare un tentativo che non è quello di rispondere per le spicce alla domanda: come difendersi?, bensì proviamo a costruire una sorta di raccolta di buone pratiche, insomma il modo più corretto, più green, per affrontare questa e le estati che ci attendono per il prossimo futuro.
Immaginiamo che non solo un medico, un dietologo, un cuoco, ma anche un architetto, un agricoltore, un esperto di tessuti possano venirci in soccorso. Ebbene, l’idea di questo editoriale è di aprire un dibattito, di raccogliere una serie di pareri che poi la redazione di GreenPlanet metterà insieme per dare un contributo utile ai nostri lettori che vogliono vivere in armonia con l’ambiente ma anche con sé stessi, il proprio corpo e ci tengono alla salute.
Questione aperta, aspettiamo contributi.
Antonio Felice