Giuseppe Sala, commissario straordinario per Expo 2015, ha avuto il buon gusto e l’accortezza di essere presente all’inaugurazione del Parco della Biodiversità a Expo 2015. Si è seduto al fianco di Vandana Shiva, la leader più popolare oggi del movimento ecologista mondiale, che con lui aveva avuto una polemica aspra per la presenza in Expo della Coca Cola, della MacDonalds e di altre multinazionali dell’alimentazione. Ha rivolto ai vertici del biologico non solo italiano, lì intervenuti, un saluto non di circostanza ma pragmatico, con un messaggio del tipo: qui c’è il cibo, vinca il migliore.
Sotto sotto Sala sa bene che oggi vincono loro, i colossi del convenzionale e della chimica, non si sa ancora per quanto: nel breve vincono loro, nel lungo termine però, se vincessero ancora loro vorrebbe dire che ce li troveremo completamente cambiati o che ci avranno portato alla più completa rovina.
Nel lungo termine, il percorso più nobile, più bello e – soprattutto – più necessario è quello del biologico, del rispetto dell’ambiente e della salute umana. Non ci dovrà essere più posto per polpette di qualcosa che contengono solo il 20% di quel qualcosa e l’80% di non si sa che cosa.
Tutto dice, tutto a partire dalle scelte dei consumatori, che un nuovo cammino è cominciato per il cibo: un cammino verso la trasparenza e un maggiore rispetto di tutti e di tutto. E sono anche questi gli obiettivi di Expo oppure no? Idealmente sì, sono questi.
Praticamente, Expo però è un grande baraccone, con cose belle e buone, altre meno, con banalità che non giustificano tutto il grande sforzo, il can-can che è stato fatto. C’è di tutto.
Ma per fortuna di Expo c’è anche il biologico, c’è questo Parco della Biodiversità, c’è il Forum internazionale del bio: ci sono queste buone intenzioni di costruire in sei mesi una prospettiva migliore.
Antonio Felice
direttore di GreenPlanet
(Clicca qui per vedere il video realizzato da GreenPlanet all’inaugurazione del Biodiversity Park di Expo)