Le continue alluvioni, che dallo scorso ottobre stanno martoriando Genova e l’Italia tutta, hanno ancora una volta drammaticamente riportato sotto i riflettori l’annosa questione del dissesto idrogeologico del nostro Paese. Ogni anno l’autunno porta con sé la paura di frane, bombe d’acqua e smottamenti, eventi che – stimano l’Irpi e il Cnr – negli ultimi quarant’anni hanno ucciso circa 4mila persone causando danni per oltre 3,5 miliardi di euro l’anno, praticamente quanto una manovra finanziaria (rapporto Ance-Cresme).
Tra le prime cause di questi fenomeni la cementificazione indiscriminata del territorio è forse la più assurda e quella che arreca più danni all’ambiente, alla qualità della vita dei cittadini e all’economia compromettendo le ricchezze paesaggistiche e turistiche del nostro Paese. Il suolo, con le sue funzioni ecosistemiche, ospita le specie animali e vegetali, favorisce il ciclo vegetativo e idrico, l’assetto climatico, assorbe i rifiuti, fissa la CO2 e depura le acque, permettendoci così di vivere.
Purtroppo in Italia il territorio non è percepito come una risorsa esauribile, ma come superficie in attesa di essere edificata. Ogni giorno 100 ettari di verde cedono il passo al cemento, nonostante la crisi conclamata dell’edilizia, e i sette milioni di appartamenti vuoti rilevati nell’ultimo censimento Istat.
Il risultato di questa dissennata pianificazione è la perdita di superficie coltivata, che è passata in quarant’anni da 18 a 13 milioni di ettari (fonte Inea), andando a compromettere un settore nevralgico quale quello dell’approvvigionamento alimentare. Sembra un paradosso, ma un Paese di tradizione agricola come l’Italia arriva oggi a soddisfare con la propria produzione l’80-85% del fabbisogno nazionale, diventando sempre più dipendente dall’estero per le risorse alimentari.
‘Il problema del consumo del suolo deve essere una priorità da affrontare e contrastare – ha dichiarato l’ex Ministro delle politiche agricole, alimentarie forestali, Mario Catania – Dobbiamo invertire un trend gravissimo che richiede un intervento in tempi rapidi, se fosse necessario, anche adottando una decretazione d’urgenza’.
Attualmente giace in Parlamento un corposo dossier contenente tutte le proposte di legge sul consumo del suolo, il cui iter bloccato sarebbe necessario riavviare al più presto.
Per sensibilizzare il governo e le istituzioni competenti a mettere mano alla materia, si è svolta una conferenza stampa il 20 novembre alla Camera dei Deputati. Erano presenti tra gli altri, oltre all’on. Mario Catania (Scelta Civica), Andrea Carandini (presidente FAI), Sergio Rizzo (Corriere della Sera), Gaetano Benedetto (direttore delle politiche ambientali del WWF), Danilo Selvaggi (direttore generale LIPU – Birdlife Italia), Paolo Berdini (urbanista).