Orticoltori veneti custodi consapevoli della biodiversità, di un ecosistema equilibrato, bene tutelato, dove la variabilità biologica è un valore da conservare, da far conoscere e da promuovere.
E’ l’obiettivo che si propone l’Aop Veneto Ortofrutta, Associazione di organizzazioni di produttori, presieduta da Fausto Bertaiola, direttore Cesare Bellò, con il progetto ‘Biodiversità risorsa strategica del settore ortofrutticolo del Veneto’, presentato nell’ambito della Misura 124 ‘Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo, agroalimentare e forestale’ del PSR 2007 – 2013 (Programma di sviluppo Rurale) della Regione Veneto.
L’operazione è fatta in sinergia con la Wba, World Biodiversity Association, la onlus presieduta da Gianfranco Caoduro e con l’Università di Padova.
In sostanza, si tratta di ‘un nuovo standard per valutare la conservazione della biodiversità in agricoltura e specificatamente nelle aziende orticole’. Attraverso metodologie sintetiche e semplificate di biomonitoraggio sarà possibile valutare la qualità dell’acqua, dell’aria e del suolo attraverso l’individuazione in campo di invertebrati e di licheni epifiti.
Per validarne l’efficacia tali metodiche semplificate saranno confrontate con le metodiche standard di biomonitoraggio. Gli orticoltori, con il nuovo protocollo, potranno comunicare ai consumatori il loro impegno per la tutela della biodiversità e del territorio. Si prevede uno strumento agile e di facile applicazione per verificare la qualità dell’acqua, dell’aria e del suolo, nel quale siano inoltre specificate le buone pratiche agricole che garantiscano la sicurezza alimentare e il rispetto dell’ambiente.
Dunque, gli agricoltori e, specificatamente, gli orticoltori saranno più consapevoli, più responsabili e più coinvolti in materia di ambiente, di sostenibilità e di biodiversità. Il progetto è perfettamente in linea con gli obiettivi della politica agricola comunitaria e con lo spirito della misura 124, che prevede di poter finanziare progetti finalizzati a ‘sviluppare o perfezionare modelli di gestione sostenibile delle superfici agrarie in funzione della conservazione della biodiversità’.
(fonte: Angelo Squizzato – OPO Veneto)