Prevenzione calamità: geologi nei Comuni sardi

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‘Siamo dinnanzi ad una svolta importante. I Comuni e le Unioni dei Comuni della Sardegna potranno finalmente avvalersi della figura del geologo nell’ambito delle istruttorie relative a interventi connessi con il Piano di assetto idrogeologico. Per gli enti locali che si attiveranno in tal senso, la Regione ha stanziato la somma complessiva di 900 mila euro per il biennio 2014/2015. Ben 300 mila euro per l’anno appena concluso ed altri 600 mila per quello in corso’.

Lo ha reso noto il 9 febbraio Davide Boneddu, presidente dell’Ordine dei Geologi della Sardegna. ‘Si rafforza la consapevolezza dell’importanza – ha proseguito Boneddu – e dell’irrinunciabilità del ruolo che il geologo può svolgere a supporto degli enti territoriali.

 

Quanto sancito dalla legge approvata dalla Regione Sardegna – ‘Norma di semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo’ e delibera 51/13, – è la codifica di un importante riconoscimento alla nostra categoria, un ulteriore passo nel cammino della diffusione della cultura geologica che sono certo ci vedrà nel prossimo futuro parte sempre più attiva nella pianificazione e gestione del territorio, sia come professionisti che come tecnici a supporto della pubblica amministrazione.

I geologi potranno portare così il contributo professionale all’iter di approvazione degli Studi di compatibilità idraulica e degli Studi di compatibilità geologica e geotecnica. Saremo dunque chiamati come categoria, a dare un rilevante contributo alla Pubblica Amministrazione negli iter autorizzativi connessi al Piano di Assetto Idrogeologico’.

La Sardegna dà dunque l’esempio nell’affermazione della figura professionale del geologo quale soggetto che può indicare come si possa fare prevenzione in tema di calamità naturali.

‘Con ogni probabilità il Paese inizia a comprendere che solo un territorio sicuro potrà attirare investimenti – commenta Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi – e che non è più possibile continuare ad inseguire le emergenze, ma che occorre risolverle. Non è più possibile spendere 242 miliardi di euro, come abbiamo fatto per 70 anni, quando ne sarebbero bastati 20 per mettere in sicurezza il territorio.

E’ completamente mancata una cultura del territorio, che avrebbe sviluppato economia. L’assenza di questa cultura ha invece sottratto risorse all’economia del Paese. La presenza dei geologi nelle pubbliche amministrazioni avrebbe favorito questa cultura e probabilmente avrebbe fatto prendere una strada diversa, di investimenti in piani di sicurezza sismica, per le scuole, per le case e per tutti gli edifici pubblici.

Avremmo potuto puntare di più e meglio sulle nostre risorse naturali e sulla valorizzazione di un territorio, la cui bellezza è figlia della sua geologia. Avremmo fatto capire che il concetto di prevenzione si declina attraverso una pluralità di azioni, che coinvolgono le istituzioni, la politica, ma anche il singolo cittadino. Accogliamo con grande soddisfazione la determinazione della Regione Sardegna di volersi avvalere di geologi’.

 

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