Più bio nelle mense scolastiche italiane

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Si è tenuta il 19 dicembre alla presenza del ministro Martina la presentazione del sistema pubblico di riconoscimento delle Mense biologiche scolastiche certificate, che sarà operativo dal prossimo anno. L’iniziativa, portata avanti dal Ministero, segue l’emendamento alla manovra economica promosso lo scorso maggio dal ministro in accordo con i colleghi di Istruzione e Salute, Fedeli e Lorenzin e con il sottosegretario Boschi, che ha portato all’istituzione di un fondo per sostenere le amministrazioni locali che certifichino la provenienza biologica degli ingredienti utilizzati nelle mense e avviino iniziative di promozione e d’informazione degli utenti.

Un passo importante. L’obbligo di introdurre ogni giorno dei prodotti biologici nei menù delle mense scolastiche risale al 1999 (una buona pratica sostenuta da leggi regionali che promuovono l’uso del bio in mensa, come in Emilia Romagna, Toscana, Marche, Basilicata, Puglia, Veneto, etc.) ed è stato rafforzato, qualche anno fa, con l’obbligo di servire almeno il 15% della carne e almeno il 40% degli altri alimenti provenienti da agricoltura biologica. Ora si alza l’asticella, disponendo contributi a favore delle amministrazioni pubbliche che utilizzino almeno il 70% di prodotti biologici.

Nel corso della presentazione sono stati introdotti i criteri di classificazione, concordati con il ministero dell’Istruzione, le Regioni e i Comuni, e i marchi che identificheranno le mense biologiche scolastiche. A seconda della quantità di prodotti biologici utilizzati, le mense saranno contraddistinte da una medaglia d’oro o d’argento, entrambe riportanti l’eurofoglia (il logo europeo di garanzia dei prodotti biologici).

Oltre a utilizzare una quota prevalente di prodotti biologici, le scuole che vorranno utilizzare il marchio dovranno garantire il rispetto dei requisiti e delle specifiche tecniche fissate dal documento miniisteriale.

La nuova norma istituisce anche un fondo, gestito dal ministero delle Politiche agricole con le Regioni, che premierà i Comuni che usano più prodotti biologi rispetto al minimo, anche con contributi che copriranno il maggior costo di una mensa con abbondanza di prodotti biologici e consentiranno la realizzazione di iniziative d’informazione e promozione nelle scuole

‘Gli utenti dei Comuni più virtuosi potranno disporre di quote elevate di prodotti biologici di qualità a un costo da mensa convenzionale’, commenta Paolo Carnemolla, presidente di FederBio. ‘L’iniziativa va nella giusta direzione per più motivi: innanziatutto la ricerca scientifica è concorde nel ritenere che l’alimentazione dell’infanzia debba essere il più possibile libera da residui delle sostanze chimiche di sintesi utilizzate nell’agricoltura convenzionale. Ma indica anche la scelta strategica di investire nello sviluppo dell’unica agricoltura in crescita nel nostro Paese: l’anno scorso sia il numero delle aziende biologiche che le superfici risanate dai pesticidi sono aumentati del 20%. Adesso attendiamo che il Senato approvi il testo unico per lo sviluppo e la competitività del settore, già approvato all’unanimità dalla Camera, che qualifica l’agricoltura biologica come attività di interesse nazionale con funzione sociale, quale settore economico basato prioritariamente sulla qualità dei prodotti, sulla sicurezza alimentare, sul benessere degli animali, sullo sviluppo rurale e sulla tutela dell’ambiente e della biodiversità’. 

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