A Parigi e nella regione dell’Île-de-France, l’inquinamento atmosferico è crollato grazie a un ambizioso piano di mobilità sostenibile. Tra il 2005 e il 2024, i livelli dei due principali inquinanti – particolato fine (PM2,5) e biossido di azoto (NO₂) – sono diminuiti rispettivamente del 55% e del 50%. Un risultato che testimonia come politiche pubbliche coordinate a livello europeo, nazionale e locale, come l’abbandono progressivo delle auto private, diano frutti concreti.
Il nuovo rapporto di Airparif evidenzia che, parallelamente alla diminuzione dell’inquinamento, anche il numero di decessi prematuri legati alla qualità dell’aria è calato di un terzo tra il 2010 e il 2019. Tuttavia, l’inquinamento atmosferico resta ancora responsabile di una perdita media di 10 mesi di aspettativa di vita per adulto e contribuisce a una quota significativa di malattie croniche respiratorie, cardiovascolari e metaboliche.
Una nota dolente resta l’ozono troposferico: a differenza del PM2,5 e del NO₂, la sua concentrazione non è diminuita negli ultimi vent’anni. Questo tipo di ozono, che si forma con la reazione tra inquinanti e luce solare, è peggiorato a causa del riscaldamento globale e del trasporto su lunga distanza degli agenti inquinanti.
Nel 2024, circa 800 residenti dell’Île-de-France risultavano ancora esposti al superamento dei valori limite europei, contro le 5.000 persone del 2023. I più colpiti restano gli abitanti di Parigi, della periferia interna e delle aree a ridosso delle vie di traffico intenso.
Le mappe di calore mostrano visivamente il cambiamento: nel 2005 quasi tutta la città era segnata in rosso acceso, mentre nel 2023 le aree critiche si sono ridotte a sottili linee lungo le principali arterie stradali.
Secondo Airparif e ORS-IDF, almeno un quarto delle morti premature potrebbe essere evitato se venissero rispettati i futuri limiti europei di qualità dell’aria. Le attuali politiche potrebbero consentire di raggiungere questi standard su quasi tutto il territorio entro il 2030, anche se saranno necessari ulteriori interventi nelle zone più trafficate.
Parigi ha centrato questi risultati puntando su trasporto pubblico potenziato, l’espansione della rete ciclabile, la limitazione del traffico veicolare e l’introduzione di un limite di velocità a 30 km/h per una mobilità più sicura e meno rumorosa.
In Italia, invece, la situazione è ben diversa. Il traffico privato domina ancora le città, rendendo urgente una svolta: serve più investimento sui trasporti pubblici, sulla mobilità ciclabile, sull’elettrificazione dei veicoli e sull’estensione delle zone a basse emissioni. L’esempio parigino dimostra che con politiche ambiziose e volontà politica il cambiamento è possibile.
La Redazione