Mozzarella: camorra no, codice etico sì

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L’operazione Bufalo portata a termine martedì 17 luglio dalla DIA (Direzione investigativa antimafia) di Napoli e dal NOE (Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri) rappresenta un’importante azione di tutela del comparto della lavorazione della mozzarella di bufala e del marchio Dop e va nella stessa direzione dell’impegno per la legalità portato avanti dal Consorzio di Tutela, che proprio il 27 giugno scorso ha approvato all’unanimità il Codice Etico, documento vincolante che prevede la presentazione obbligatoria ogni anno del certificato antimafia per chiunque voglia produrre mozzarella di bufala campana Dop.

 

Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop ha espresso piena fiducia nell’operato della magistratura e auspicato un rapido accertamento delle responsabilità a tutela di tutti i produttori onesti e per evitare tentativi di strumentalizzazione della vicenda, come già accaduto troppe volte in passato con grave danno per il settore.

Con il varo del Codice Etico, il Consorzio di Tutela ha testimoniato un impegno forte e deciso contro ogni tentativo di ingerenza della criminalità. Questo è il Consorzio che tra i suoi soci annovera Le Terre di Don Diana, che con l’associazione Libera produce mozzarella di bufala Dop su un terreno confiscato alla camorra a Castelvolturno. ‘Questa è la strada che abbiamo scelto e su cui vogliamo continuare a camminare, uniti oggi più che mai’, affermano i dirigenti del Consorzio, aggiungendo: ‘Attendiamo di conoscere i dettagli dei provvedimenti e agiremo di conseguenza, proprio secondo quanto stabilito dal Codice Etico, che prevede l’espulsione di chi non ha i requisiti per far parte del sistema della Dop’.

Sono quattro le persone arrestate mentre sono stati sequestrati beni per 100 milioni di euro. Nel mirino della Procura di Napoli i rapporti tra il clan camorristico La Torre di Mondragone e il caseificio Mandara, uno dei più noti nel settore: Il clan avrebbe aiutato il caseificio a crescere ed affermarsi sul mercato, fin dalla sua nascita, nel 1983. Sono finiti in carcere Giuseppe Mandara, di 56 anni, titolare dell’azienda, e il suo collaboratore Vincenzo Musella. Sono indagati per associazione camorristica. Altre due persone sono agli arresti domiciliari, ritenute responsabili di favoreggiamento in uno dei filoni dell’indagine, il tentativo di mettere in vendita in Toscana formaggi con il marchio Provolone del Monaco Dop ritenuto contraffatto dagli inquirenti. Il giudice ha poi emesso dieci misure interdittive e sequestrato beni del valore stimato in cento milioni di euro tra Mondragone, in provincia di Caserta, e Pistoia.  

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