Lupi fuori dal rischio abbattimento. Almeno per ora

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La Conferenza Stato Regioni ha respinto il 2 febbraio il Piano nazionale per l’abbattimento dei lupi. Il Piano è tornato al Ministero dell’Ambiente per un riesame.

‘Apprendiamo con grande soddisfazione che le Regioni hanno deciso di non approvare l’abbattimento dei lupi. Un primo risultato importante ottenuto anche grazie allo sforzo di Aigae’, ha affermato Stefano Spinetti, presidente nazionale dell’Associazione guide ambientali escursionistiche italiane.

‘Il lupo oltre ad essere una ricchezza per la biodiversità del Paese – ha sottolineato Spinetti – è anche un ottimo attrattore di turismo verde. Ogni anno sono migliaia le persone accompagnate dalle nostre guide alla scoperta dei segreti del lupo, a seguire le sue impronte, a sentirne la presenza con gli ululati.

Potrebbe esserlo molto di più se si facesse una seria promozione turistica all’estero del turismo in natura. Per anni abbiamo propagandato l’immagine stantia di un’Italia solo pizza, spaghetti, mare, canzoni, mandolino, non curandoci per niente di segmenti turistici come la natura. Il turismo in natura oggi è in costante crescita senza un minimo di aiuto da parte degli enti preposti. Portiamo migliaia di bambini a vedere i lupi a Civitella Alfedena, in Abruzzo e poi che facciamo, gli diciamo che magari la Regione li deve uccidere?’.

‘Aigae ritiene che l’ipotesi che si sta affacciando di abbattere individui di alcune popolazioni locali di lupo, giustificata dalla ricerca di un equilibrio tra la specie selvatica

e l’attività umana, sia da contrastare. E’ vero – continua Spinetti – che la ricolonizzazione di aree rurali da parte del lupo può costituire un problema per gli allevatori e i cacciatori, ma l’Aigae è comunque fortemente contraria alla concessione di deroghe alle norme che proteggono la specie per la sua conservazione di lungo periodo. Sebbene la popolazione nazionale del lupo possa essere in rapida ripresa, non esistono ancora dati scientificamente robusti sulla distribuzione ed abbondanza del carnivoro in Italia che attestino il raggiungimento di una sua condizione sicuramente favorevole nel lungo periodo. Nel Piano di Conservazione e Gestione Lupo del Ministero dell’Ambiente, che come ultima delle 22 azioni prevedrebbe l’abbattimento, si parla di due popolazioni arbitrariamente distinte, Alpina ed Appenninica. Sulle Alpi il lupo è ancora lungi da essere fuori pericolo di estinzione. Ciò è dovuto anche al pesante impatto del bracconaggio e ad altre cause di morte come le collisioni con autoveicoli’.

E lo stesso Spinetti aggiunge: ‘Concedere alle Regioni la possibilità di abbattere alcuni esemplari, anche se a certe condizioni, al solo scopo di assecondare le istanze di una parte del mondo agricolo e venatorio, non solo è inaccettabile da un punto di vista di conservazione della specie ma è pericoloso anche per l’economia degli allevatori e per il contrasto al bracconaggio. Anche gli zoologi parlano di intervento senza fondamento scientifico ma, forse, socialmente utile. Infatti, diversi recenti studi internazionali, condotti in aree dove il lupo è cacciato, confermano che uccidere degli esemplari può comportare per i sopravvissuti, oltre alla destrutturazione del branco a cui appartengono, anche la perdita della capacità di predare in gruppo la fauna selvatica, specie il cinghiale, con conseguente rischio di aumento degli attacchi alla fauna domestica. E’ invece indispensabile incrementare e migliorare l’attività di comunicazione sul lupo rivolta all’opinione pubblica in generale e alle comunità rurali interessate, per accrescere il grado di conoscenza e ridurre la circolazione dei tanti luoghi comuni e falsità sulla specie’. 

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