Siamo alla vigilia del SANA e, come ogni anno, si coglie l’occasione per riflettere sullo stato del biologico, sui risultati e sulle prospettive in Italia e nel mondo.
La lunga, interminabile crisi che stiamo attraversando condiziona indubbiamente ogni aspetto della vita economica e sociale e non lascia certo indifferente anche il nostro settore. Possiamo constatare tuttavia con una certa soddisfazione che a tutti i livelli, mondiale, europeo e nazionale, il biologico sta continuando la sua crescita e coinvolge un numero sempre maggiore di produttori e di consumatori.
Se da un lato infatti le superfici coltivate nel 2010 sono arrivate a 37 milioni di ettari in tutto il mondo, dall’altro il fatturato globale ha raggiunto i 60 milioni di dollari con un incremento del 7,7% sull’ anno precedente. Una tendenza presente anche nell’ Unione Europea dove si registrano oltre 10 milioni di ettari (+ 9%), con un fatturato di 19,6 milioni di euro (+ 7%). L’ Italia continua a ricoprire un ruolo da protagonista con i suoi 48.269 produttori ed i 1.096.889 ettari coltivati e con un mercato in crescita, secondo le più recenti rilevazioni, dell’ 8,9.
A fronte di questi dati sicuramente positivi, dobbiamo fare però attenzione a non nascondere, ma anzi ad affrontare con decisione alcuni elementi di fragilità che si sono palesati negli ultimi tempi e che, a lungo andare, possono compromettere quel cammino sicuramente di successo che si è realizzato finora.
E’ un dato preoccupante, ad esempio, che la produzione agricola italiana non abbia sostanzialmente accompagnato la crescita del mercato e non ci siano abbastanza aziende agricole che convertono la loro produzione: significa probabilmente che c’è qualcosa che non va lungo le filiere, se l’aumento dei consumi stenta a tradursi in un aumento degli ettari coltivati aprendo quindi la strada alla importazione con tutti i rischi anche riguardo alla credibilità che ciò comporta.
Sta diventando evidente che senza un cambio deciso di passo in questo senso perderemo l’occasione, assai importante per tutti, di supportare con prodotti agricoli di provenienza nazionale la crescente presenza delle aziende italiane sul mercato interno ed internazionale.
E impellente pertanto fare ogni sforzo per costruire con pazienza e perseveranza filiere competitive al cui interno ci sia una collaborazione ed una distribuzione del valore tale da consentire approvvigionamenti sicuri ed una redditività adeguata per tutti i soggetti.
Il sistema di certificazione, da parte sua, nelle sue componenti pubblica e privata deve prendere coscienza che siamo in una fase cruciale e che pertanto non basta, o non basta più, una gestione di routine, ma occorre adottare senza tentennamenti e ritrosie strumenti e comportamenti all’altezza della sfida che abbiamo davanti.
Lasciare poi troppo spazio alle ‘pecore nere’ che sopperiscono in maniera fraudolenta alla mancanza di prodotto è davvero troppo rischioso rispetto agli obiettivi che ci prefiggiamo.
Ci sono sfide per tutti, come si vede, e non sempre facili, tuttavia le condizioni generali del settore e le prospettive che esso presenta rendono possibile uno sbocco positivo a tutti gli sforzi che siamo chiamati a compiere.
Lino Nori
presidente Consorzio il Biologico