Le sfide del Sikkim, dal bio al divieto della plastica

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Il Sikkim è una regione indiana alle pendici dell’Himalaya, incastonata tra il Bhutan e il Nepal, ed è il primo Stato al mondo 100% bio. Il lungo percorso di riconversione del territorio, iniziato nel 2003 per volontà del primo ministro Pawan Kumar Chamling (ancora in carica), ha visto l’introduzione di una serie di leggi volte a limitare prima, e a vietare poi, l’uso di sostanze chimiche nei processi produttivi dell’agricoltura. Ad oggi lo Stato del Sikkim è un vero e proprio esempio non solo per l’India, dove secondo uno studio comune delle Camere di Commercio del Subcontinente la domanda di alimenti bio è in crescita del 25% annuo, ma anche per il resto del mondo.

Il modello tuttavia non si esime da criticità: di recente il blocco delle importazioni di alcuni prodotti non biologici dagli Stati vicini ha provocato accese proteste tra gli operatori della filiera per l’aumento dei prezzi degli ortaggi, arrivati fino a triplicare. Per porre rimedio a tale anomalia il Governo locale ha deciso di introdurre dei tetti di prezzo alle verdure biologiche oltre ad aprire due grandi mercati contadini di vendita diretta ai quali l’accesso sarà facilitato grazie al potenziamento dei trasporti pubblici.

Ad oggi la rivoluzione del Sikkim è ancora in atto e gli obiettivi sono sempre all’avanguardia: di recente è stato infatti proibito l’utilizzo di oggetti monouso; il problema della plastica è di enorme attualità, ed in India ha assunto dimensioni particolarmente preoccupanti.

Chiara Brandi

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