Le Regioni italiane confermano il no agli OGM

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La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato e consegnato al governo un ordine del giorno in materia di OGM che ribadisce la posizione più volte espressa di contrarietà alla coltivazione di organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale e impegna il governo stesso a garantire che per ciascuna domanda presentata o autorizzazione concessa sia predisposta una specifica richiesta alla Commissione europea che preveda di escludere la coltivazione degli organismi geneticamente modificati dall’intero territorio dell’Italia; inoltre a trasmettere senza indugio, e comunque non oltre i termini indicati dalla legge, alla Commissione europea le richieste dell’Italia di adeguamento dell’ambito geografico delle notifiche/domande presentate o delle autorizzazioni concesse, in modo che tutto il territorio nazionale sia escluso dalla coltivazione degli organismi geneticamente modificati.

 

Particolare soddisfazione per il provvedimento è stata espressa dalla vicepresidente della Regione Marche e assessore regionale all’Agricoltura, Anna Casini, che riveste anche il ruolo di coordinatrice delle Regioni italiane in materia di OGM e di vice presidente della rete delle Regioni europee OGM-free.

‘L’atto approvato – afferma l’assessore Casini – è un ulteriore tassello alla battaglia contro gli OGM intrapresa dalle Marche sin da 2003, quando venne individuata e distrutta una coltura di mais contaminata e istituito il marchio QM (Qualità garantita dalle Marche) per valorizzare e tutelare i prodotti regionali.

Le Regioni italiane e la Regione Marche ritengono infatti che la coesistenza tra OGM e colture biologiche e tradizionali sul territorio italiano non sia tecnicamente e realisticamente realizzabile.

Considerano infatti prioritaria la volontà dei consumatori italiani ed europei che non vogliono vedere nei loro piatti alimenti che contengono OGM’.

 

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