Le iniziative dell’AIAB sui bio distretti

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Valorizzare le economie e le colture locali attraverso modelli innovativi di gestione sostenibile dei territori rurali. È questa la mission dei BioDistretti. L’esperienza del Parco Sud di Milano, che ha dato vita al distretto di economia solidale e rurale, si confronta le realtà virtuose dei distretti biologici dell’area del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (Sa), del Grecanico (RC) e della Via Amerina (Vt).

Un dialogo promosso dall’AIAB, che si è svolto nell’ambito della giornata precongressuale di approfondimento che l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica ha espressamente dedicato al modello produttivo e organizzativo dei BioDistretti e alla messa in rete delle migliori esperienze del settore.

‘Siamo impegnati da molti anni nella promozione e divulgazione, sia a livello regionale che nazionale ed internazionale, di modelli innovativi di gestione sostenibile dei territori rurali, fondati sull’agricoltura biologica – commenta Salvatore Basile, responsabile BioDistretti dell’AIAB -. L’obiettivo è la tutela e la valorizzare delle economie e delle colture locali, soddisfacendo nel contempo sia le esigenze dei produttori (ricerca di mercati locali, attivazione di servizi integrati territoriali, maggior riconoscimento pubblico del ruolo sociale ed ambientale del bio-agricoltore, etc.) che quelle dei consumatori (sicurezza alimentare, conoscenza dei luoghi di produzione del cibo, ricerca di prezzi più giusti, ecc.) e della pubblica amministrazione (acquisti verdi, mense pubbliche bio, etc.). Proprio questa logica è alla base del successo delle esperienze italiane dei BioDistretti realizzati in Campania, Calabria e Lazio’.

Il primo caso è quello del BioDistretto dell’area del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, nella provincia di Salerno, esteso su di una superficie di 3.196 Kmq, che vede 31 Comuni impegnati nella promozione della cultura del biologico e negli acquisti verdi. Il tutto amplificato dalla ‘cassa di risonanza’ del Cilento, terra d’elezione della Dieta Mediterranea. La seconda esperienza è rappresentata dal BioDistretto Grecanico, nella provincia di Reggio Calabria, esteso su una superficie di circa 4.000 kmq, con il coinvolgimento di 12 Comuni, tra i quali spicca Bova Marina, dove è stata tra l’altro attivata una Piattaforma logistica per la commercializzazione delle produzioni bio da filiera corta. L’ultimo nato, il Bio-distretto della Valle Amerina, oltre al coinvolgimento degli operatori e del mondo universitario vede la partecipazione di tutti i Comuni del comprensorio.

‘Partendo dalle aziende biologiche del territorio – dichiara Stefano Frisoli, presidente AIAB Lombardia – i BioDistretti mettono a sistema enti, produttori, agricoltori, istituzioni e cittadini consumatori, creando una rete tra i diversi attori che portano alla conversione dei territori rurali. I BioDistretti rappresentano, inoltre, un laboratorio di innovazione particolarmente adatto anche a sperimentare, in Italia, la certificazione di gruppo che risponde alle esigenze delle aziende che si aggregano in un determinato territorio’. ‘I BioDistretti rappresentano veri e propri agenti di sviluppo per le comunità rurali, capaci di rimettere al centro del rilancio dell’economia l’agricoltura ecocompatibile e di qualità. Peccato – denuncia Andrea Ferrante, presidente nazionale AIAB – che non tutte le istituzioni ne sfruttino al meglio le pontenzialità. Un caso per tutti: quello dei Parchi nazionali. A venti anni dalla legge sui quadro 394 (sui parchi nazionali), infatti, sono ancora troppo ridotti gli ettari condotti con metodo biologico all’interno delle aree protette nazionali’.

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