Nonostante non si allentino i morsi della crisi economica che ha attaccato il nostro Paese, è sempre più forte l’impressione di un cambio di marcia dei consumi e dello stile di vita nella direzione dei cibi biologici e di comportamenti consapevoli nei confronti della sostenibilità ambientale. L’economia fa leva sulla svolta green per contenere i danni e agganciare la ripresa e questo mette le produzioni bio come mai prima al centro dell’attenzione. Anche i dati più recenti lo confermano: il bio è in contro-tendenza.
Vedremo poi con l’avanzare della primavera e dell’estate quanto sarà premiato il turismo green: ci sono tutte le premesse, per un ulteriore balzo in avanti degli agriturismo, dei ristoranti bio, dei bio-hotel. La tendenza si sta rafforzando in Italia oltre la previsioni, proprio sulla spinta della crisi, che allontana gli investimenti da interi settori dell’economia convenzionale per spostarli verso le nuove specializzazioni dell’economia sostenibile.
Ciò che impressiona è la rapidità del cambiamento. Serve alla luce di questo che gli operatori del biologico e dell’economia sostenibile si preparino al balzo in avanti per esserne i protagonisti. Sarebbe un peccato che, sul più bello, lasciassero la scena agli ultimi arrivati, a chi vuol cavalcare il biologico senza nemmeno conoscerlo, solo perché rappresenta la nuova tendenza vincente. Perché – è sempre più chiaro – di questo si tratta.
Le intuizioni e le scelte di società affermate come Almaverde Bio e Alce Nero & Mielizia, devono insegnare qualcosa a tutto il settore. E’ un errore madornale avere paura di crescere, di uscire finalmente dalla nicchia, perché è quello che oggi chiede il consumatore: più punti vendita e più spazio per i prodotti bio, più accoglienza green nel mondo del turismo per tutti.
Antonio Felice