I consuntivi del 2012 raccontano che il crollo dei consumi unisce l’Europa. La spesa dei cittadini è calata l’anno scorso del 15,7% in Spagna, del 9,7 in Grecia, del 3% in Italia, dello 0,1% in Francia (dove il primo trimestre di quest’anno ha segnato un netto peggioramento della situazione). Gli acquisti degli europei sono depressi dalle politiche di austerità, che impongono tassazioni pesanti, dalla disoccupazione alle stelle, dal clima di sfiducia.
Un’analisi uscita dagli uffici di Bruxelles mette a confronto le differenze nei panieri della spesa di cinque Paesi-chiave dell’Unione: Germania, Francia, Italia, Spagna e Grecia. Lo studio evidenzia soprattutto che la crisi ha cambiato e sta cambiando le abitudini di acquisto, con una generalizzata maggiore attenzione per l’hi-tech e la salute nei cosiddetti ‘nuovi panieri’. La spesa per il cibo è ancora la componente più rilevante sul totale degli acquisti, seguita dalle spese per la casa e per i trasporti. Cenerentola resta la spesa per l’istruzione.
Gli spagnoli sono i primi negli acquisti di cibo, seguiti dai greci e dagli italiani: dove la crisi è più forte, sale il peso percentuale del cibo sul totale della spesa e questo non perché ci si consola mangiando ma perché si può scendere nell’acquisto degli alimenti solo fino ad un certo punto; si possono allungare i tempi per l’acquisto della nuova automobile, non si può stare un giorno senza mangiare.
I tedeschi battono tutti nelle spese per la casa, seguiti dai francesi e dagli spagnoli; persino i greci battono gli italiani (ma non perché gli italiani snobbino le spese per l’abitazione ma perché la percentuale di chi è proprietario di casa in Italia, e quindi non paga l’affitto, è superiore a quella dei più ricchi tedeschi). I francesi sono i primi nella spesa per i trasporti, seguiti dagli spagnoli.
La Francia è in testa anche nelle spese per la salute, seguita dalla Grecia. Greci, spagnoli e francesi spendono più degli altri per l’istruzione.
Noi italiani siamo imbattibili, nonostante la crisi, nelle spese per l’abbigliamento e per il ristorante. Nelle vacanze spendono però di più i cittadini dei due Paesi che, nella crisi, stanno meno peggio: tedeschi e francesi. I tedeschi sono poi imbattibili nelle spese per i libri e il teatro.
Al di là di tutte queste simpatiche curiosità, la crisi – che continuerà ad essere dura per tutto quest’anno, poi avremo finalmente toccato il fondo e non potrà che esserci una, più o meno piccola, ripresa – spinge verso un nuovo modello di consumi e questa è davvero la tendenza di fondo.
Nel nuovo modello l’attenzione alla qualità e alla salubrità del cibo, alla salute, alla cura dell’ambiente che ci circonda prende il sopravvento su uno stile di vita dominato dalla quantità dei consumi, a dispetto della sostenibilità, non solo economica, degli stessi. E questa non è una piccola consolazione, è la svolta green che l’ambiente ci chiede e che la crisi ci costringe ad accettare.
Antonio Felice