Le comunità locali dell’Estonia si stanno battendo per impedire la costrizione di un’enorme cartiera, con il sostegno delle associazioni ambientaliste di tutto il mondo. La nuova fabbrica di polpa di cellulosa consumerebbe più di un quarto di tutta la produzione di legname del Paese, e inquinerebbe il suo principale fiume. L’Environmental Paper Network (una coalizione di oltre 140 organizzazioni non governative ambientali e sociali) ha lanciato il 18 maggio un documento di discussione: ‘Bio-refinery: new name, dirty old story’ (Bio-raffineria, nuovo nome, vecchia sporca storia). Il rapporto espone le preoccupazioni della società civile, degli scienziati e dei politici in merito all’impianto di produzione di cellulosa ed energia da parte del consorzio Est-For. Le associazioni ambientaliste, il Comune e la Provincia di Tartu, l’ex primo ministro e numerosi eminenti scienziati hanno già reso pubbliche dichiarazioni sulla loro opposizione al progetto, e migliaia di estoni stanno scendendo in piazza per protestare contro il piano della Est-For e chiedere che il governo mostri il ‘cartellino rosso’.
Siim Kuresoo, del Fondo Natura Estone, dichiara: ’I promotori della Est-For vogliono far credere che la loro bio-raffineria sia bella, lucida e pulita, in realtà si tratta di una fabbrica di cellulosa che usa una tecnologia antiquata e sporca, abbinata a un impianto energetico mangia-foreste. Confidiamo che il governo estone ascolti la voce della gente e che i potenziali investitori ragionino sui rischi ambientali e sociali del progetto prima di prendere in considerazione di finanziarlo. Qualsiasi nuovo sviluppo dell’industria basata sul legname deve avere forti impegni vincolanti. Considerando le dimensioni del progetto Est-For , i rischi di impatti negativi su larga scala sono altissimi. L’impresa e il governo devono fare ancora molto lavoro per dare garanzie di vera sostenibilità, altrimenti l’Estonia non trarrà alcun vantaggio dal progetto’.