‘Il mondo del biologico italiano rischia di perdere un importante pezzo, il CRAB di Torino. Il prezioso ruolo che ricopre, la sua importante funzione nell’attività di ricerca, la sua operatività vanno sostenuti in tutti i modi. Per non perdere quello che, in perfetta aderenza al suo acronimo, è diventato un reale Centro di riferimento per l’agricoltura biologica del Piemonte’. Così il presidente di Icea, Gianni Cavinato, schiera l’Istituto Certificazione Etica e Ambientale al fianco del Crab, a serio rischio di liquidazione.
Il Crab (www.ilcrab.it) si occupa di promuovere e divulgare le pratiche dell’agricoltura biologica attraverso la realizzazione di attività sperimentali, didattiche e divulgative offrendo un riferimento per la raccolta di documentazione attinente le acquisizioni dell’agricoltura biologica e sostenibile, come favorire lo sviluppo dell’agricoltura biologica, a vantaggio della collettività, influire sul processo di diffusione dell’agricoltura biologica, colmare la mancanza di riferimenti informativi locali di servizio agli operatori già assoggettati al sistema di controllo comunitario ed a quelli idonei e disposti alla conversione, stimolare l’adozione delle tecniche di coltivazione e di allevamento proprie dell’agricoltura biologica da parte delle aziende ad agricoltura convenzionale, nell’intento di favorire l’espansione dell’agricoltura sostenibile.
Il Crab è un organismo che dipende direttamente dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino, che ne è socio di maggioranza. Gli altri soci sono la Scuola Malva di Bibiana, Unioncamere e la Camera di commercio di Torino. Il 19 ottobre questi cinque organi si riuniranno per decidere cosa fare del dissesto finanziario del Centro dovuto al mancato arrivo nel 2012 dei fondi regionali che ogni anno ammontavano a circa 50 mila – 60 mila euro. Con l’azzeramento di questo contributo da parte della Regione e la riduzione di fondi provinciali, il Centro ha davvero poco futuro. Anche Icea, dunque, rilancia l’appello del Crab, che pubblichiamo di seguito, e la campagna per aderirvi.
APPELLO: LE AUTO BLU DEL CRAB
‘Noi non abbiamo auto blu: l’unica che abbiamo è quella privata del nostro direttore; una Fiat blu del 2006; e ogni dipendente mette al servizio del Crab la propria auto. Non abbiamo nemmeno una mensa aziendale o ticket restaurant, abbiamo una mensa interna che è autofinanziata dai dipendenti del Crab. Gli stipendi dei ricercatori del Crab sono più o meno quelli di un operaio specializzato e senza straordinari pagati, eppure sono tutti laureati anche con esperienze all’estero. Viviamo dei nostri progetti e non di finanziamenti dati a pioggia. Noi non sperperiamo il denaro pubblico, produciamo sostenibilità ambientale. Eppure ci vogliono chiudere… La sostenibilità ambientale non è politicamente interessante. L’agricoltura biologica e la biodiversità non interessa ai politici.
Noi sosteniamo e produciamo servizi per le piccole aziende agricole che sopravvivono nelle zone marginali di montagna, per gli agricoltori custodi di biodiversità, per i giovani che vogliono lavorare la terra e dialogare con i consumatori in filiere corte e a prezzi equi per tutti, ma questi soggetti non hanno voce e non interessano a chi amministra le risorse pubbliche. Se vuoi la tua voce può unirsi a quella di tutti coloro che vogliono che i tagli di spesa siano fatti su chi sperpera e non su chi lavora per produzioni agricole pulite e sostenibili e per l’eredità ambientale da lasciare alle generazioni che verranno.
Aiutaci a salvare il Crab, invia una mail chiedendo che non venga chiuso a: marco.balagna@provincia.torino.it, assessore.agricoltura@regione.piemonte.it, ida.vana@provincia.torino.it, assessore.consiglio@regione.piemonte.it.