Green Farmers Group, nasce la nuova OP dell’ortofrutta bio

Bastoni

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L’aggregazione come valore comune per garantire maggiore efficienza, riduzione dei costi, accesso a risorse comunitarie, e sostenibilità.

Si chiama Green Farmers Group, ed è la nuova OP nata con l’obiettivo, come dice il nome stesso di “mettere al centro l’imprenditore, le sue capacità, la volontà di migliorarsi e migliorare quanto immette sul mercato”,come afferma Ilenio Bastoni (nella foto di apertura), amministratore delegato della nuova realtà, che associa una quarantina di produttori provenienti da dieci regioni italiane (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia). L’attuale base sociale del progetto è formata da un 70% di aziende già certificate a regime biologico, con il restante 30% a lotta integrata. I prodotti di punta, di alta qualità, sono in particolare: kiwi, pere, mele, agrumi, avocado, pesche e nettarine, cipolle, patate, broccoletto, cavolfiore e finocchio, oltre a baby leaf.

“Dato che la maggior parte delle imprese è in regime biologico e/o biodinamico, e altre sono in conversione, occorreinvestire sulla ricerca per valorizzare varietà resistenti alle principali malattie e quindi adatte alla coltivazione biologica”, prosegue Bastoni, che rimane comunque all’interno del gruppo Greenyard come senior manager.

A livello distributivo la neonata organizzazione di produttori – presieduta da Giulia Lupato (nella foto a fianco), che, come la maggior parte dei soci, conduce un’azienda biologica – costituita pochi giorni fa e operativa entro fine settembre, si rivolge in particolare alla Gdo italiane ed estera, con uno sguardo anche ai mercati d’Oltremare. Il mercato europeo rappresenta attualmente il 65%, seguito dall’Italia (25%) e dall’extra UE (5%).

“Lo scopo è quello di concentrare la nostra offerta – aggiunge la neo presidente – e riuscire a raggiungere quei mercati che chiedono organizzazione, continuità nell’offerta, concentrazione di prodotto. Uniti dovremmo riuscire a raggiungere con più facilità l’estero. Siamo tutte aziende di medie-grandi dimensioni ma finora non avevamo mai aderito a strutture aggregative”.

La parola d’ordine è sostenibilità, declinata però in qualcosa di tangibile. “Tanti parlano di sostenibilità, ma servono contenuti”, spiegano i vertici dell’OP. “Per noi al primo posto va messa la sostenibilità economica, quella che permette alle aziende di fare reddito e investire per progredire. Poi quella ambientale, nel rispetto delle risorse e dell’ambiente, usando packaging adeguato ed ecologico. In terza battuta una sostenibilità sociale, nel rispetto dei lavoratori in campo e in magazzino, a vantaggio delle famiglie e di tutto il tessuto sociale del territorio”.
Le previsioni per il primo anno di attività indicano un valore della produzione commercializzata attorno ai 7 milioni di euro, con la prospettiva di crescita in proporzione ai nuovi mercati in Europa e nel mondo che si riusciranno a raggiungere e che sapranno apprezzare il biologico e biodinamico made in Italy.

Il progetto, in ogni caso, sottolineano Lupato e Bastoni, rimane aperto a nuovi partner che condividano strategie e visione della nuova OP.

Per ulteriori informazioni contattare il gruppo a direzione@gfgop.it

Fonte: Corriere Ortofrutticolo

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