Non bastano il fascino e l’atmosfera di una cascina immersa nel verde, né un tradizionale passaparola per far conoscere un agriturismo: occorre essere presente sul web e utilizzare al meglio i social network.
Nella seconda giornata del Forum di Agriturist il 26 marzo ad Asti il confronto si è spostato sulla strategia dell’offerta, che è in forte evoluzione insieme alle esigenze dell’utenza. Facebook, Twitter e Instagram sono le piattaforme social più utilizzate, con una netta prevalenza della prima, che in Italia ha 26 milioni di utenti. Anche gli agriturismi si stanno adeguando e, oltre al sito, hanno almeno un profilo o una pagina Facebook che aggiornano quasi quotidianamente. La difficoltà sta nel trovare contenuti appetibili da pubblicare con costanza.
Francesco Gavatorta, esperto di social media e docente di Ninja Academy, invitato al Forum, ha evidenziato alcuni aspetti indispensabili per l’impresa che si approccia per la prima volta ai social network: essere autentici, condividere le esperienze, stimolare il dialogo e accettare le critiche.
‘Non dimentichiamo che l’82% degli utenti considera valide le recensioni che appaiono sui social e l’86% si fida delle critiche – ha aggiunto Gavatorta –. Ciò vuol dire che la rete è lo strumento più immediato per rafforzare o demolire la propria identità’.
Recenti indagini indicano che gli stranieri cercano in Italia strutture in grado di offrire tranquillità e forte attenzione all’ambiente, mentre gli italiani sembrano scegliere l’agriturismo per assaggiare i prodotti tipici e per portare tutta la famiglia.
Anticipare e riuscire ad esaudire questi desideri già attraverso il sito internet e il dialogo sui social network significa essere competitivi e rimanere sul mercato, oltre a essere una valida alternativa agli alberghi e ai ristoranti tradizionali.
Tutto bene ma il bio e l’eco-sostenibilità sono fondamentali per un agriturismo che si rispetti. Accanto a splendide iniziative, che GreenPlanet suggerisce ed è sempre pronto a promuovere, ci sono infatti proposte per lo meno discutibili, che non fanno onore al settore.