Frode alimentare in Puglia: finto olio extravergine bio nei piatti di alunni e anziani

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Una maxi-frode alimentare è stata scoperta in Puglia dalla Guardia di Finanza di Gallipoli: olio non commestibile, spacciato per extravergine di oliva, è finito per mesi nei piatti di bambini delle scuole dell’infanzia e primaria e di anziani ospitati in centri diurni. Coinvolti 38 Comuni della provincia di Lecce tra il 2023 e il 2024. Il prodotto, etichettato come “Evo Bio”, era in realtà una miscela di olio di semi di girasole e olio lampante, quest’ultimo non idoneo al consumo umano.

Il sistema truffaldino ruotava attorno a un prezzo d’acquisto insolitamente basso: appena 2,50 euro al litro. Una cifra estremamente concorrenziale, che garantiva alla società pugliese con sede a Galatone l’aggiudicazione di numerosi appalti pubblici per i servizi di refezione. Gli accertamenti hanno dimostrato che all’interno dei 25 centri cottura gestiti dalla ditta veniva utilizzato questo olio di bassa qualità, in totale violazione delle clausole contrattuali che richiedevano espressamente extravergine di oliva biologico.

Secondo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce, il prodotto era fornito da un imprenditore calabrese, anch’egli coinvolto nell’inchiesta. Complessivamente, sono stati sequestrati 6.000 litri di olio già imbottigliato e almeno 38 tonnellate di prodotto utilizzato nel biennio oggetto delle indagini. I controlli sono stati condotti dai finanzieri del Comando provinciale di Lecce, in collaborazione con l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi agroalimentari di Puglia e Basilicata.

Tre gli indagati: due imprenditori salentini e un imprenditore calabrese, oltre alla società di capitali per cui lavorano i due manager. Le ipotesi di reato comprendono frode nelle pubbliche forniture, frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine.

Non è la prima volta che la stessa azienda pugliese finisce al centro di un’inchiesta: nel 2016, dopo che 174 bambini e alcuni adulti accusarono malori in seguito al consumo dei pasti scolastici a Nardò, i carabinieri del NAS e la ASL effettuarono controlli nei centri cottura. Il Comune decise di interrompere il contratto e, dopo un contenzioso legale, il tribunale diede ragione all’amministrazione.

L’allarme per la nuova truffa è scattato sabato 26 luglio, quando la Guardia di Finanza ha informato tutti i Comuni coinvolti, consentendo ai responsabili dei servizi mensa di tutelarsi immediatamente. Le indagini sono tuttora in corso.

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha commentato duramente l’accaduto, definendolo “un fatto gravissimo e un inganno intollerabile”, ringraziando gli organismi di controllo per il lavoro svolto. Il ministro ha ricordato anche un’operazione recente in Sicilia, dove sono stati sequestrati 3 milioni di litri di latte maltese venduto come italiano. “Chi pensa di aggirare le regole troverà sempre un sistema di vigilanza pronto a intervenire”, ha concluso.

La Redazione

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