Fondi demaniali, l’AIAB scende in piazza

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Cresci Italia, il decreto-legge del 24 gennaio 2012 n.1 con il quale il Governo Monti intende rilanciare lo sviluppo e la crescita economica del nostro Paese, sarà votato in Commissione Industria del Senato il 9 febbraio. Esso include diversi provvedimenti che investiranno il settore agroalimentare: relazioni di mercato, contratti di filiera, accesso al credito e la dismissione dei terreni demaniali.

E’ proprio questo ultimo provvedimento che preoccupa l’AIAB. Il decreto prevede l’alienazione in misura stabile dei terreni agricoli demaniali che – scrive il presidente AIAB Alessandro Triantafyllidis -, tradotto in soldoni, significa la dismissione totale di un patrimonio comune importante come il suolo agricolo nazionale.

Nonostante il decreto individui nella promozione dell’imprenditoria giovanile e nell’ingresso di nuovi operatori il mezzo per la crescita del settore primario, la vendita all’asta o in trattativa privata suonano come una misura volta a fare cassa; una misura che richiedendo un forte investimento da parte degli imprenditori agricoli, privilegia solo le realtà già consolidate…Il classico caso in cui il fine diventa più importante del mezzo. Inoltre, la vendita dei terreni agricoli demaniali darebbe – sostiene sempre Triantafyllidis – un’occasione unica alle immense disponibilità di liquidità gestite dalla malavita organizzata (mafia, ndrangheta, camorra,..) di appropriarsi a prezzi di favore di una parte ingente del patrimonio alienato, facilitando il riciclaggio dei proventi illeciti.

‘L’alienazione dei terreni agricoli demaniali risulta inaccettabile, tanto più se consideriamo che negli ultimi 10 anni, nel nostro Paese, c’è stata una perdita della superficie agricola utilizzata pari a 300 mila ettari, accompagnata da una riduzione del numero di aziende di circa un terzo (-32,2%) e da un processo di concentrazione dei terreni in un numero minore di aziende, tale da determinare l’aumento della superficie media aziendale (7,9 HA). Chiediamo pertanto una revisione immediata della norma’, scrive in una nota il presidente dell’AIAB.

L’invito, più volte lanciato, è che i terreni agricoli demaniali, anziché essere alienati, siano concessi in locazione. L’affitto garantirebbe a tutti i cittadini la tutela dei beni comuni quali il suolo e le foreste e garantirebbe allo Stato una rendita costante nel tempo, senza considerare tutti i risvolti di carattere economico, a favore dello Stato, risultanti dalla nascita di tante nuove aziende agricole.

‘E’ il momento di scendere in piazza e chiedere a voce alta che l’accesso alla terra sia per tutti e che i beni comuni siano gestiti come tali’ conclude Triantafyllidis.

L’appuntamento è per martedì 7 febbraio, alle 10, a Montecitorio. Saranno in piazza, oltre all’AIAB, ALPA, ARI, Campagna popolare per l’Agricoltura Contadina, Crocevia, Legambiente, Libera, Rete Semi Rurali, Slow Food e Terra Nuova. 

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