L’ultima frontiera dell’eco tavola è mangiare pesci e polli allevati con il metodo biologico, un comparto ancora poco conosciuto ma molto promettente. Lo fa sapere il CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria che, nell’evidenziare la scarsa consapevolezza che c’è su queste produzioni da parte dei consumatori, ha promosso la campagna informativa ‘Fish&Chicken’.
Allevare con metodi biologici significa dare agli animali spazi più larghi nelle gabbie dove il pesce in mare e il pollo in terra possono sviluppare una muscolatura più soda; e ciò produce carni più sane, compatte e quindi ‘diverse’ e saporite. Se i numeri della produzione di pesci bio sono ancora esigui, 5 mila tonnellate per i mitili, 910 tonnellate per la trota e 100 tonnellate tra spigola e orate, per il pollo il fronte è più avanzato con circa 4 milioni su un totale di 520 milioni; numeri destinati a crescere, visto che la grande distribuzione stima che tra il 2016 e il 2018 i consumi di questa carne cresceranno del 30%.