Fairtrade International chiede all’Europa regole più semplici per i produttori bio

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Fairtrade International sostiene gli obiettivi del Regolamento UE sul biologico per rafforzare l’integrità della produzione biologica, ma la piena conformità al regolamento nella sua forma attuale avrà un impatto negativo sui produttori e commercianti biologici certificati Fairtrade in Africa, Asia e America Latina.

Il Regolamento del 2018 comprende le regole per la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici. Copre aspetti quali gli standard di produzione, la certificazione, l’etichettatura e la pubblicità di alimenti e mangimi biologici. Il nuovo regolamento ha sostituito la versione del 2007 e si applica a tutti i prodotti biologici prodotti, trasformati, confezionati o importati all’interno dell’UE o dell’Irlanda del Nord. Il Regolamento UE sul biologico è in vigore per gli operatori dell’UE dal gennaio 2022, mentre per i Paesi terzi è previsto un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2024.

Fairtrade chiede all’Unione Europea di semplificare le norme applicabili, in particolare la definizione di “Gruppi di operatori”, che come entità giuridica sono composti solo da agricoltori biologici o in conversione come membri statutari, che sono tutti al di sotto del nuovo limite di dimensioni dell’azienda agricola/fatturato biologico (<5 ettari di terreno totale O <25.000 euro di fatturato biologico) e hanno un massimo di 2.000 membri. Alcuni gruppi di produttori certificati soddisfano la definizione di “Gruppo di operatori”, ma la maggior parte dei gruppi attualmente certificati dovrà creare nuove entità giuridiche di gruppo per la certificazione UE, il che sarà estremamente impegnativo.

Inoltre, i nuovi requisiti per i materiali consentiti, in particolare per la protezione delle piante, devono essere ulteriormente chiariti perché non sono compresi dai produttori. Anche le procedure per i test sui residui prima dell’importazione nell’UE sono piuttosto macchinose e devono essere semplificate.

Fairtrade chiede inoltre che, una volta chiarite le regole, il periodo di transizione venga prolungato di almeno 15 mesi, ovvero non prima del 31 dicembre 2025, e di fornire misure di sostegno sotto forma di orientamento tecnico e finanziamenti alle organizzazioni di produttori, non solo per aiutarle a soddisfare i requisiti, ma anche per incentivare l’agricoltura biologica.

In questo momento, secondo le stime, il 60% dei produttori di caffè biologico, il 60% dei produttori di cacao biologico e il 95% dei produttori di banane biologiche Fairtrade su piccola scala non sono conformi al nuovo regolamento biologico dell’UE.

 

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