Eolica: studi per una maggiore efficienza

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A Eolica Expo Mediterranean, rassegna che si è appena conclusa a Roma, si è affrontato il tema delle nuove tecnologie per migliorare l’efficienza dei generatori e dei parchi eolici. In un convegno sull’argomento, Roberto Frassine, docente del Politecnico di Milano e presidente di Assocompositi, ha spiegato come l’introduzione di nuovi materiali compositi consentirà di realizzare turbine eoliche più grandi e più leggere, e quindi più efficienti. «In questo ambito l’Italia è all’avanguardia – ha detto Frassino –, con numerosi centri di ricerca di assoluta eccellenza. In particolare, nel settore eolico, si sta cominciando a ipotizzare l’impiego di fibre di carbonio, in luogo della fibra di vetro, per realizzare le pale di grandi dimensioni, lunghe anche fino a 100 metri, per le turbine di nuova generazione da 10 MW di potenza e oltre».

Sempre dal Politecnico di Milano, Dipartimento di Energia Aerospaziale, arriva l’annuncio di una nuova tecnologia che consente di creare modelli in scala ridotta per testare in galleria del vento le prestazioni delle grandi turbine eoliche. «Il sistema è in fase di sviluppo da oltre due anni – spiega Alessandro Croce del Politecnico di Milano – ed è stato sviluppato dal nostro dipartimento in collaborazione con l’azienda produttrice Vestas. Abbiamo superato le difficoltà tecniche per conferire ai modelli in scala esattamente le stesse caratteristiche di massa e aerodinamiche dei grandi aerogeneratori e da poco abbiamo iniziato in gallerie del vento a Milano anche i test di valutazione sui comportamenti delle turbine offshore. Poter studiare in galleria del vento gli aerogeneratori consentirà non solo di progettarli meglio, ma di testare in condizioni non pericolose tutte le situazioni limite di esercizio e anche di valutare le interferenze e le turbolenze che, in un parco eolico, si stabiliscono tra le varie turbine e riducono la produzione di energia elettrica».

«Si tratta di studi fondamentali che possono essere anche assistiti da sofisticati sistemi di raccolta e interpretazione dei dati di produzione e di esercizio – ha suggerito infine Mattia Boccolini, di GL Garrad-Hassan, gruppo specializzato nell’analisi e nella consulenza sui parchi eolici –. Secondo cifre in nostro possesso, infatti, tutte le centrali eoliche del mondo, nel 2010, hanno avuto perdite di guadagni per 500 milioni di euro a causa di inefficienze. Migliorare l’efficienza può significare, per esempio per una realtà italiana con circa 180 MW di eolico installato, un aumento degli introiti di circa 450 mila euro l’anno. Fondamentali in uno scenario in cui gli incentivi all’eolico tendono a ridursi».

Una maggiore efficienza della tecnologia è anche un passo fondamentale per superare alcune situazioni che, in questo momento, rischiano di frenare lo sviluppo dell’eolico in Italia, a partire dalla Robin Hood Tax, introdotta dalla nuova manovra economica anche nel settore della produzione di energia. «Un danno per il settore eolico, ma anche per le stesse finanze dello Stato», è il commento dato all’unisono da diversi operatori che producono energia elettrica dal vento in Italia.

 

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